Zone economiche speciali in Sardegna, Lucia Scanu: “La posizione della Regione Sardegna ha bloccato lo sviluppo economico nelle zone portuali”.
Sono state le procedure per l’istituzione della zona franca integrale portate avanti dalla Regione Sardegna a bloccare l’iter di istituzione delle zone economiche speciali. E’ quanto emerge dall’ultima seduta della Camera di oggi, nel corso della quale il Governo ha risposto all’interpellanza presentata dalla deputata M5S Lucia Scanu.
Atto parlamentare attraverso cui l’esponente pentastellata aveva chiesto ai ministeri competenti – per il Sud e la Coesione Territoriale, Infrastrutture e Trasporti, Economia e Finanze – di fare chiarezza sull’iter di perfezionamento dell’istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES) in Sardegna al fine di renderle pienamente operative.
E’ stata la Sottosegretaria per il Sud e la coesione territoriale Dalila Nesci ad illustrare le problematiche che hanno bloccato il percorso di istituzione delle ZES in Sardegna. Risposta, in sintesi, che attribuirebbe il rallentamento dell’iter di costituzione delle ZES a causa della condotta della Regione Sardegna.vL’amministrazione regionale infatti, anziché rispondere alla richiesta di integrazioni del Ministero dell’Economia aventi ad oggetto l’iter di costituzione delle ZES, avrebbe avanzato la proposta di istituzione della zona franca integrale.
La mancata risposta della Regione alle integrazioni richieste avrebbe quindi bloccato il procedimento di costituzione delle zone economiche speciali il cui iter di realizzazione è differente rispetto a quello di attivazione della zona franca integrale.
“Solo grazie a questa interpellanza – commentano i parlamentari del M5S Lucia Scanu e Nardo Marino – abbiamo appreso del parere contrario espresso nel 2019 dal ministero dell’Economia. Il progetto inviato dalla Regione Sardegna non rispettava alcuni aspetti inerenti alla fiscalità ed il diritto doganale, rendendo di fatto l’iter dell’istituzione della Zes Sardegna ben lontano dall’essere perfezionato. Di
fatto, la posizione della Regione Sardegna – continuano Scanu e Marino – ha bloccato il possibile sviluppo economico nelle zone portuali, alcune di queste gravate da una crisi decennale causata da discutibili politiche industriali”.
“La risposta della Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Dalila Nesci ci lascia soddisfatti – chiosano i due parlamentari M5S – cercheremo ancora di fare chiarezza sui ritardi che si sono verificati sulla ZES sarda, in particolare sulle questioni legate alla fiscalità e al diritto doganale che hanno portato il Ministero dell’Economia e delle Finanze a esprimersi con parere negativo nel novembre 2019”.
Le aree destinate a rientrare nella ZES, ricordano i due deputati, ricadono sul perimetro costiero, integrate con le zone franche doganali intercluse già in attivazione. Le ZES, in particolare, toccano i principali scali marittimi isolani: Cagliari, Portovesme, Olbia, Oristano, Arbatax e Porto Torres.