Zelenskyy al Parlamento europeo: “Dobbiamo chiudere la guerra in modo giusto”.
Continua, forte del sostegno dell’escalation americana, il tour europeo del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy. Intervenuto oggi nel corso della sessione plenaria straordinaria del Parlamento europeo ai deputati europei, il “non più presidente leggittimo” dell’Ucraina, ha detto che bisogna “porre fine alla guerra in modo equo e giusto”, protetto, durante lo speech, dalla assenza di dissenso da parte dell’Aula, a partire dalla Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Nell’occasione, la vincitrice del “premio cultura della pace“, ha ripetuto, come da programma, il sempre meno entusiasmante refrain sull’incondizionato supporto dell’Ue, dichiarando che il Parlamento continuerà a stare con l’Ucraina fino a quando non avrà “libertà e vera pace, per tutto il tempo necessario”.
Discorso stucchevole e immeritorio quello della Metsola verso l’Europa, complice (non citato dalla Metsola) della perdita di migliaia di vite in Ucraina e in Russia avendo, negli ultimi 32 mesi di conflitto, sacrificato la carta della diplomazia per il supporto militare, come imposto dai desiderata di Washington e della NATO (che alla fine è la stessa cosa).
Ma per la vincitrice del “premio per la pace” il sacrificio del popolo ucraino negli ultimi 1000 giorni non è solo per sé stesso, ma per la libertà e lo stile di vita di ogni europeo. Sinceramente di una Unione Europa che fonda la propria identità di valori sulla guerra e sul martirio di vite innocenti la società realmente civile, forse, può farne a meno Presidente maltese.
Plenaria proseguita poi nuovamente con Zelenskyy che, vista la mala parata (per lui) arrivata con la vittoria dei repubblicani negli Stati Uniti, sembra aver interiorizzato il cambio di passo, anche se l’attuale (e residua) amministrazione americana democratica, continua a fare di tutto per spingere il mondo verso la terza guerra mondiale o, per i più cinici, portare (sulla pelle di altre migliaia di russi e ucraini) l’Ucraina ad aumentare il proprio peso contrattuale nel prossimo (ed imminente) tavolo negoziale con la Federazione Russa.
“Possiamo sicuramente spingere la Russia verso una pace giusta – ha aggiunto Volodymyr -. Dobbiamo fare del prossimo anno l’anno della pace ma la guerra della Russia deve essere oggetto di sanzioni severe”. Insomma, si vuole la botte piena e la moglie ubriaca dalle parti della presidenza ucraina. “L’UE e i partner in America e nel mondo – prosegue – sono riusciti non solo a impedire a Putin di prendere l’Ucraina ma anche a difendere la libertà di tutte le nazioni europee. Vi esorto – continua da remoto – a non dimenticarlo e a non dimenticare quanto l’Europa sia in grado di realizzare”.
Forse, presidente ucraino, se comprendesse meglio la governance dell’Ue (rallentata e devastata dal trilogo composto da Commissione, Consiglio e Parlamento europeo) si ricrederebbe.
Nel discorso, ancora una volta, Zelenskyy non ha poi mancato di ricordare che bisogna fare la pace ma con le armi americane ed europee: “Invito la leadership dell’UE a fornire al Paese le armi necessarie per vincere la guerra, compresi i sistemi di difesa aerea, i missili a lungo raggio, i carri armati e i droni”.
Presidente Zelenskyy, prima ancora di fare pace con la Federazione Russa forse bisognerebbe fare pace anche con se stessi e capire che armi e pace non corrono sullo stesso binario, anche se i “partner e alleati” dell’Ucraina negli ultimi 32 mesi l’hanno convinta del contrario.
Foto https://www.president.gov.ua/en/news/prezident-kozhne-sogodni-najkrashij-moment-shob-pritisnuti-r-94513