Volontariato: il contributo dei giovani in Italia.

Dopo la crisi della partecipazione sociale in fase Covid, alcuni segnali mostrano un aumento dell’impegno degli adolescenti nel volontariato. La quota di 14-17enni che ha svolto attività gratuite in questo tipo di associazioni è infatti passata dal 3,9% del 2021 al 6,4% del 2022, fino a sfiorare il 7% nel 2023, secondo l’ultima indagine di Fondazione Openpolis.

Se è indubbio che vi siano segnali di malessere e disagio, le competenze e la vitalità di ragazze e ragazzi restano senza dubbio il patrimonio più importante a disposizione del Paese per il suo miglioramento e la sua crescita. Purtroppo, però, va rilevato che sia il Legislatore che l’Esecutivo nazionale continua a non voler mettere in campo interventi d’urto per l’inclusione dei giovani in Italia. Fatta eccezione per l’introduzione della riserva del 15% per i volontari del Servizio Civile Universale per i posti messi a bando nei concorsi pubblici, per i giovani italiani si continua a fare ben poco.

LEGGI ANCHE:  Giovani. Le comunicazioni autoreferenziali del Comune di Cagliari.

Rispetto all’ultimo anno prima del Covid, prosegue la nota di Openpolis, il contributo della popolazione in associazioni di volontariato è diminuito in modo diffuso.

Tuttavia, mentre l’impegno nell’ultimo biennio è calato sia tra la popolazione generale (dall’8,3% del 2022 al 7,8% del 2023) che soprattutto tra i neomaggiorenni (-3 punti nello stesso periodo), gli adolescenti mostrano segnali in controtendenza.

La quota di 14-17enni che ha svolto attività gratuite in associazioni di volontariato è infatti passata dal 3,9% del 2021 al 6,4% del 2022, fino a raggiungere il 6,8% nel 2023. Anche se la situazione pre-Covid non è ancora recuperata e soprattutto si tratta di rilevazioni campionarie, da interpretare quindi con grande cautela, è interessante osservare un dato in controtendenza per i più giovani.

LEGGI ANCHE:  Arrestato 56enne dopo 4 anni di latitanza.

La partecipazione nel volontariato è minore nel mezzogiorno. Le differenze peraltro non sono solo generazionali. Vi sono infatti dei divari anche territoriali nella partecipazione ad attività sociali e di volontariato.

Non è disponibile una disaggregazione per età, ma in media nel 2023 hanno prestato attività gratuite in associazioni di volontariato il 16% dei residenti in Trentino Alto Adige e il 10,1% dei friulani. Nonché quasi un abitante su 10 in Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. Al contrario, la partecipazione nel volontariato scende al 5,6% in Calabria, al 4,8% in Campania e al 4,6% in Sicilia.

In Italia nel 2020 sono risultate attive, in media, 612 istituzioni non profit ogni 100mila abitanti. Un rapporto che supera quota mille in regioni come Valle d’Aosta (1150 per 100mila residenti) e Trentino-Alto Adige (1148) e si avvicina a questa soglia in Friuli-Venezia Giulia (912). Seguono, con oltre 700 organizzazioni non profit ogni 100mila abitanti, 3 regioni del centro Italia, Umbria (832), Marche (765) e Toscana (758), nonché Liguria (732), Sardegna (720) e Piemonte (704).

LEGGI ANCHE:  In aumento la spesa per la protezione sociale nel 2022. Italia "medaglia d'argento" in UE.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata