Vittime sul lavoro: 680 deceduti nei primi 8 mesi del 2024.
Stando alle ultime rilevazioni da gennaio ad agosto del 2024 sono 680 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 507 in occasione di lavoro (7 in più rispetto ad agosto 2023) e 173 in itinere (16 in più rispetto ad agosto 2023).
Dati diventano ancor più inquietanti osservando le rilevazioni ell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre dei primi semestri degli ultimi quattro anni dal 2021 al 2024.
Nel primo semestre del 2021, infatti, l’incidenza media era di 19,7 morti per milione di occupati, nel 2022 di 14,8, nel 2023 di 14,7 e quest’anno risale a 15,4. Va ricordato che nel 2021 è stato particolarmente influente su questi dati il Covid, che ha portato a un aumento degli infortuni mortali registrati dall’Inail nei luoghi di lavoro. Pertanto, la diminuzione degli infortuni mortali tra il 2023 e il 2022 rispetto al precedente biennio (2021-2020) è essenzialmente dovuta alla scomparsa del fenomeno Covid.
Significativa nelle indagini dell’Osservatorio degli ultimi anni è anche l’emergenza maggiormente sentita tra gli stranieri. L’incidenza di mortalità in occasione di lavoro, infatti, è cresciuta da 25,7 nel 2021 a 34,1 nel 2024, mentre per gli italiani è scesa da 19,0 a 13,3.
“Un dato che deve portare a una riflessione urgente per tutelare chi arriva con la speranza di una vita migliore nel nostro Paese – sottolinea Mauro Rossato – perché esprime una volta di più e drammaticamente una profonda carenza di cultura della sicurezza sul lavoro”.
Per quanto concerne i settori più colpiti, nei quattro anni considerati, così come negli ultimi otto mesi del 2024 sono Costruzioni, Attività Manifatturiere, Trasporti e Magazzinaggio e Commercio ad aver fatto rilevare il maggior numero di decessi; con un dato più che preoccupante per il settore delle Costruzioni nell’ultimo semestre. Complice probabilmente anche la graduale ripresa del settore dopo la pandemia e a seguito dei bonus concessi al settore dell’edilizia.
“La ripetizione degli infortuni negli stessi settori nel corso degli anni dovrebbe indurre a un mea culpa collettivo dei datori di lavoro, responsabili della sicurezza, ma anche gli enti di controllo e più in generale il mondo della politica – ribadisce il Presidente dell’Osservatorio mestrino – perché è evidente che la cultura della sicurezza deve ottenere consensi e sostegni a 360 gradi al fine di produrre risultati concreti ed efficienti”.