Vittime sul lavoro: 4.622 morti bianche negli ultimi 3 anni.

Continuano ad essere troppe le vittime sul lavoro in Italia. Una quotidiana tragedia che non accenna ad esaurirsi come confermano i numeri dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega, secondo il quale sono state 4622 le morti bianche negli ultimi 3 anni. Circa oltre 1.150 decessi all’anno: 1.004 in itinere e 3.618 in occasione di lavoro.

Sono Umbria, Basilicata e Campania le regioni più pericolose in cui lavorare, mentre è la Toscana a far emergere il risultato migliore con tre anni in zona bianca, ovvero con incidenze di mortalità sul lavoro ben inferiori rispetto alla media del Paese. Seguita da Friuli-Venezia Giulia e Lazio per due anni in zona bianca..

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Al 2023 è il settore delle costruzioni a far registrare il maggior numero di infortuni mortali (150). E’ sempre l’edilizia, ancora, a detenere il triste primato di morti in occasione di lavoro lungo tutto il quadriennio considerato (522 decessi), seguite dalle attività manifatturiere (459), trasporti e magazzinaggio (435 vittime).

Nel 2023 è il settore delle attività Manifatturiere quello che registra il valore maggiore di denunce di infortunio, sebbene su valori inferiori al 2020, seguito da sanità, costruzioni e trasporti.

I lavoratori più a rischio sono sempre gli anziani; proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni l’incidenza nei quattro anni va da un minimo di 96 morti per milione di occupati relativo al 2022 ad un massimo di 188 nel 2020, seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (da 61 a 96).

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Ma c’è un altro dato molto significativo e altrettanto scoraggiante: quello che riguarda i giovanissimi lavoratori e che, purtroppo, si ripete anno dopo anno; ovvero l’elevata incidenza di mortalità tra i 15 e i 24 anni. Il rischio di morire sul lavoro per loro, che nel quadriennio considerato va da 23 morti per milione di occupati a 28, è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (da 13 a 16 infortuni mortali ogni milione di occupati).

Foto di Gerhard G. da Pixabay.com