Violenza, il 65% della Gen Z alle prese con il Cyberbullismo.
Il 65% dei giovani è stato vittima di violenza e tra questi il 63% ha subito atti di bullismo e il 19% di cyberbullismo. A dirlo è l’Osservatorio Terre des Hommes che, insieme a OneDay e alla community di ScuolaZoo, ha chiesto ad oltre 4.000 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 26 anni di esprimere il proprio parere sulla violenza subita nella vita quotidiana.
La percentuale di chi ha subito una violenza, sia fisica che psicologica, si legge nel report, sale al 70% se si considerano le risposte delle ragazze e all’83% tra chi si definisce non binario e scende al 56% tra i maschi. Anche le tipologie di violenza subite sono diverse tra i generi, a eccezione delle violenze psicologiche e verbali che colpiscono in egual misura maschi e femmine (71% in generale e per le femmine; 69% per i maschi).
Il bullismo si conferma, invece, come fenomeno più maschile, mentre il cyberbullismo sembra colpire di più le ragazze. Non stupisce invece che tra gli atti di violenza più segnalati dalle ragazze ci sia il catcalling e le molestie sessuali al 30%. Tutte le tipologie segnano percentuali più alte tra chi si definisce non binario: violenze psicologiche o verbali e bullismo (80%), Cat calling (66%), molestie sessuali (36%), cyberbullismo (27%).
Bullismo e cyberbullismo, così come le violenze psicologiche e verbali, prendono di mira soprattutto l’aspetto fisico (79%). A seguire l’orientamento sessuale (15%), la condizione economica (11%), l’origine etnica e geografica (10.5%), l’identità di genere (9%), la disabilità (5%) e la religione (4%).
Tra le conseguenze si parte dalla più nota, ovvero la perdita di autostima e fiducia negli altri, riscontrata dal 75% dei giovani, l’ansia e l’isolamento e allontanamento dai coetanei. Più in basso le difficoltà di concentrazione e basso rendimento scolastico (28%), depressione (28%), disturbi alimentari (24%) e autolesionismo (20%)”.
Tra le violenze fisiche, di cui è stato testimone il 46.5% dei ragazzi, le più frequenti sono le aggressioni (68%) e gli scherzi pesanti (63%).
Dopo la scuola, il web è percepito come il luogo dove è più probabile essere vittime di violenza, indicato dal 39% delle risposte. Se si guardano le risposte delle ragazze, Internet scende al terzo posto (36%) superato dalla strada (41%), arriva invece al quarto posto (36%) tra chi si definisce non binario, superato oltre che dalla strada anche dalla famiglia (entrambe al 44%). Il rischio maggiore in cui si può incorrere online, per il 56% dei ragazzi, è il cyberbullismo. Seguono il Revenge porn (45%), il furto d’identità, la perdita della privacy (35%), l’adescamento da parte di estranei (35%), le molestie (30%), l’alienazione dalla vita reale (25%), lo stalking (23%), la solitudine (9%) e il sentirsi emarginati (6%). Meno dell’1% ritiene invece che sul web non si corrano rischi.
La percezione del web della Gen Z è, quindi, quella di un luogo pericoloso, su cui andrebbe esercitato un maggiore controllo. Per prevenire la violenza che passa dalla rete, per 6 ragazzi su 10, sarebbe utile una maggiore regolamentazione della stessa. Solo l’8% vedrebbe, invece, un rischio per la propria libertà personale con un aumento di tale regolamentazione. È significativo constatare che il 30% pensa che una maggiore regolamentazione non porterebbe a nessun cambiamento in termini di protezione.
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