Violenza contro le donne, Corte Conti europea: “Scarso impatto azione UE”.

Il programma faro dell’UE per porre fine alla violenza contro le donne in tutto il mondo ha avuto finora un impatto limitato. A certificarlo oggi la Corte dei Conti europea, secondo la quale l’iniziativa “Spotlight” non ha raggiunto l’obiettivo di attrarre ulteriori finanziamenti da nuovi donatori. Motivo per il quale i giudici contabili dell’Ue hanno raccomandato una “maggiore efficienza nell’impiego delle risorse” rilevando, nel contempo, “un rischio per la sostenibilità delle attività”.

Nonostante alcune realizzazioni positive, infatti, gli auditor dell’UE hanno riscontrato che l’iniziativa avrebbe potuto essere gestita con più efficienza, ottenendo un miglior rapporto costi-benefici e aumentando la quota dei finanziamenti per i beneficiari finali, aiutando così un maggior numero di donne e ragazze.

“Non c’è posto nel mondo per la violenza contro le donne e le ragazze e nessuna donna o ragazza dovrebbe essere lasciata indietro”, ha dichiarato Bettina Jakobsen, responsabile della relazione. “Attraverso l’iniziativa Spotlight, l’UE ha stanziato importi mai visti prima per porre fine a questi abusi: maggiori risorse dovrebbero però raggiungere i beneficiari finali e dovremmo ancora registrare un maggiore impatto”.

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Inoltre, data la breve durata e l’incompletezza dei dati, non è ancora possibile misurare i miglioramenti che essa ha comportato per i beneficiari, come le vittime di violenza o i partecipanti ai corsi di formazione, ed è difficile valutare in che misura siano stati raggiunti i risultati attesi. Non esistono prove che la violenza contro le donne e le ragazze sia diminuita nei diversi paesi interessati.

Fattori interni ed esterni hanno causato difficoltà e ritardi nell’attuazione: non solo la pandemia di COVID-19, le catastrofi naturali e i cambiamenti politici interni, ma anche i complessi dispositivi di governance dovuti al gran numero di organizzazioni delle Nazioni Unite coinvolte. La scelta della Commissione di avere l’ONU come partner attuatore è stata una decisione politica a sostegno del multilateralismo. Tuttavia, la gestione dell’iniziativa da parte dell’ONU è costata in totale 155 milioni di dollari (ossia il 31 % della sua dotazione totale), per cui ai partner attuatori ed ai beneficiari sono rimasti solo 351 milioni di dollari. Benché l’esecutivo dell’UE fosse consapevole che il coinvolgimento dell’ONU avrebbe comportato costi più elevati, non ha condotto un’analisi comparativa approfondita delle diverse alternative possibili.

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Nonostante fosse l’unico finanziatore, l’UE non ha sempre ricevuto adeguato riconoscimento in termini di visibilità dei finanziamenti. Inoltre, sebbene il contributo dell’UE dovesse fungere da capitale di avviamento per attrarre altri investitori, non è stato trovato alcun nuovo donatore, per cui la sostenibilità dei risultati è a rischio. La Corte sottolinea inoltre che il programma non ha una durata sufficientemente lunga da indurre cambiamenti duraturi su una questione complessa che richiede interventi a lungo termine e risorse aggiuntive.

L’iniziativa Spotlight è basata sulla “teoria del cambiamento” e i suoi sei pilastri che sostengono le politiche e la legislazione, le istituzioni, la prevenzione, i servizi, i dati ed i movimenti delle donne. Questo approccio è integrato dal principio “non lasciare indietro nessuno” ed include misure dirette specificamente alle popolazioni emarginate. L’iniziativa ha ricevuto finanziamenti UE per 497 milioni di euro (250 milioni per la sola Africa): di questi, 465 milioni di euro sono gestiti dall’ONU in oltre 26 paesi in quattro continenti. I restanti 32 milioni di euro sono gestiti dall’UE attraverso organizzazioni della società civile. Altri donatori hanno impegnato importi solo simbolici. Si stima che una donna su tre abbia subìto violenze fisiche o sessuali almeno una volta dall’età di 15 anni. In base ai dati raccolti dall’iniziativa, in alcuni paesi la percentuale di persone che ritengono giustificabile che un uomo picchi la propria partner è diminuita nel 2021, ma in realtà essa è aumentata in alcuni paesi dell’America latina e dell’Africa. In America latina, nessuno dei programmi sostenuti ha registrato una diminuzione dei casi di femminicidio.

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foto Santarsiero Donato