Via libera dal PE alla proposta della Commissione sui salari minimi.

Con 365 voti favorevoli, 118 contrari e 208 astensioni, il Parlamento europeo ha dato il proprio parere favorevole alla proposta della Commissione europea sul salario minimo, motivando l’approvazione del testo non legislativo come “rimedio alla disuguaglianza e alla povertà lavorativa”.

I salari minimi, negli ultimi anni, non sono aumentati allo stesso ritmo di altre tipologie di salario nell’UE, esacerbando le disuguaglianze di reddito e la povertà lavorativa e riducendo la capacità dei lavoratori a bassa retribuzione di far fronte alle difficoltà finanziarie. Una problematica confermata dai dati dell’Eurostat, per i quali il 9,4% dei lavoratori europei è a rischio di povertà.

I salari minimi, secondo la proposta, dovranno essere fissati al di sopra della soglia di povertà, garantendo una particolare tutela per i lavoratori precari e atipici della gig economy e le donne. Inoltre, i datori di lavoro non dovrebbero adottare prassi come la deduzione dai salari minimi dei costi necessari per l’esecuzione del lavoro, come l’alloggio, gli indumenti necessari, gli strumenti, i dispositivi di protezione personale e altre attrezzature.

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I lavoratori delle piattaforme digitali, ancora, devono essere inclusi nelle leggi vigenti in materia di lavoro e nelle disposizioni in materia di sicurezza sociale. Inoltre, la proposta legislativa della Commissione dovrebbe garantire che i lavoratori delle piattaforme possano costituire rappresentanze dei lavoratori e formare sindacati per concludere contratti collettivi.

Nel corso della votazione del testo non legislativo, i deputati hanno invitato gli Stati membri a recepire rapidamente la direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare e a darle piena attuazione. Poiché, tendenzialmente, le donne sono in media più esposte degli uomini al rischio di povertà e di esclusione sociale rispetto agli uomini, è fondamentale far fronte al divario retributivo di genere e garantire l’accesso a un’assistenza all’infanzia di qualità ed economicamente accessibile.

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Per la relatrice del testo Ӧzlem Demirel: “L’UE è una delle regioni più ricche del mondo, ma 95 milioni di europei vivono in condizioni di povertà. Per questo motivo, abbiamo bisogno di standard sociali minimi e di forti sistemi di sicurezza sociale, nonché di salari e redditi che permettano una vita decente. Non dobbiamo permettere che gli interessi economici prevalgano sulla protezione sociale”.

foto Laurie Dieffembacq © European Union 2020 – Source : EP