Vertice di maggioranza in Consiglio. Tutti dentro, tranne la stampa.

Cambiano le Legislature, si elevano i toni a difesa del servizio pubblico e della trasparenza dei cittadini – come ampiamente rilevato nel corso delle ultime elezioni regionali – eppure, ricorda la quotidiana cronaca politica del Consiglio regionale della Sardegna, la possibilità per i giornalisti – ricordiamolo, gli operatori dell’informazione – di accedere ai lavori delle commissioni permanenti è da sempre vietato per non dire osteggiato apertamente dalla cosiddetta “prassi interna” ai lavori del Consiglio regionale.

Una realtà rivelata confermata anche dall’incontro di vertice della maggioranza, organizzato oggi non nelle segrete stanze delle segreterie di partito, ma dentro il Palazzo di via Roma. Dinamiche, va rimarcato, ben lontane da quanto professato dai profeti delle “aperture dei Parlamenti come scatolette di tonno” e della trasparenza che hanno espresso lo scorso 24 febbraio l’attuale presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.

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Invece, oggi, da nessun consigliere/a del “movimento dei puri” si è elevata una minima protesta contro il divieto di partecipazione in presenza della stampa ai lavori dell’incontro. In altre parole, si impara in fretta – qualcuno in verità ci sta mettendo due legislature – il disprezzabile “modus operandi” del consigliere/a regionale.

Tutti elementi che confermano anche questo “nuovo corso” come lontano dalla tanto ambita politica di servizio pubblico e che ne qualificano la continuità con l’ultima Legislatura Solinas. Altro che innovatività del cosiddetto Campo largo!

L'articolo sulla pubblicità dei lavori
L’articolo 52 sulla pubblicità dei lavori delle commissioni permanenti in Consiglio regionale

Eppure, basterebbe – volendo essere coerenti con il richiamato principio di trasparenza tanto urlato da taluni esponenti di minoranza durante l’ultima Legislatura – modificare l’articolo 52 comma 1 del regolamento del Consiglio regionale, rendendo pubbliche le sedute delle commissioni permanenti. Cosa abbiamo da nascondere ancora nel 2024?

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Una modalità che riporterebbe un minimo di trasparenza e credibilità tra le parti di via Roma, dal momento che – come richiamato nel successivo comma 2 dell’articolo 52 – nessun presidente del Consiglio regionale negli ultimi dieci anni ha disposto l’ammissione della stampa e del pubblico alle sedute delle varie commissioni. Parlamentini, infine, che, come previsto dal comma 4 dell’articolo 52, possono mantenere segreto parte dei propri lavori se deciso con la maggioranza di due terzi dei suoi componenti. Roba da Stato delle banane!