Verso Villa Devoto 2024. La Todde sembra fare sul serio… purtroppo!

Correva il 6 maggio 2023, giornata “inaugurale” dell’ennesimo partito massimalista, “Sinistra futura”. Una giornata di varo che tra gli ospiti “illustri” aveva visto anche la deputata 5 stelle, Alessandra Todde. Da allora – visti anche gli scarsi contenuti programmatici dell’incontro – pochi avrebbero puntato un centesimo sulle velleità di competizione dell’esponente pentastellata alle prossime elezioni regionali.

Ma di quel primaverile tentativo di posizionamento, tipico delle campagne elettorali prive di contenuti, oggi è rimasto ben poco, come sembra suggerire l’incontro odierno di Santu Lussurgiu, dove l’ex viceministra allo Sviluppo Economico, oltre a riunire alcune delegazioni del centrosinistra, ha più o meno fatto trasparire l’intenzione di voler mettersi a disposizione del centrosinistra per la presidenza della Regione Sardegna.

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Interpretazioni prive di fondamento? Processo alle intenzioni? Lo si vedrà a breve ma, al momento, il raduno che ha visto la partecipazione di alcune delegazioni del PD, Sinistra Futura, Italia in Comune, Demos, Alleanza Rosso Verse, Liberu, A innantis, Più Europa e Socialisti, non sembra portare ad altre conclusioni.

“Partiamo da qui – scrive la Todde nella sua pagina Facebook – da un luogo emblematico e non casuale, il Montiferru, colpito due anni fa dal disastro del fuoco, raccogliendo le testimonianze di chi vive il territorio. Un percorso partecipato per iniziare a costruire uniti e a testa alta un progetto ‘grande’, perché solo l’ambizione può farci uscire dalla logica di navigazione a vista che ha caratterizzato in questi ultimi anni la politica Sarda”.

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Una potenziale autocandidatura sulla quale non si sente l’esigenza di soffermarsi per testarne la validità e, data la tradizionale alternanza nell’Isola e l’esperienza di “non governo” dell’attuale maggioranza, si spera in un nome (e soprattuto in un partito) diverso per catalizzare le forze di centrosinistra contro il remake di quella che si appresta ad essere – a sua volta – una disastrosa copia della famigerata maggioranza in carica dal 2019.