Veleno rosso da Ingurtosu verso il mare di Piscinas lungo il rio Irvi. La Commissione Ue “non sa”.
Scarsa conoscenza delle critica nei territori europei e limite di competenza. Sono queste le caratteristiche indiscutibili della Commissione von der Leyen, arrivata (si spera) ai saluti finali.
A ricordare questo dato incontrovertibile l’ultima risposta della Commissione alla interrogazione parlamentare dell’eurodeputato Ignazio Corrao del gruppo Verdi/ALE sul disastro ambientale che si sta consumando nella spiaggia di Piscinas. Gioiello naturalistico nel sud della Sardegna, ricorda Corrao “protagonista di un disastro ambientale”.
“Il fiume Irvi, che sfocia nella spiaggia, è diventato di colore rosso a causa della presenza di cadmio, piombo e zinco, metalli pesanti provenienti dall’area mineraria chiusa nel 1991. La presenza di tali metalli è confermata da numerose analisi scientifiche condotte dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna e dall’Istituto superiore di sanità. La zona di Piscinas comprende due siti di interesse comunitario promossi dalla direttiva 92/43/CEE e, malgrado siano stati previsti interventi di bonifica e finanziati alcuni progetti dalla Regione Sardegna, anche attraverso FSC, POR* e fondi LIFE, la situazione attuale presenta una progressiva e preoccupante contaminazione del suolo e delle falde acquifere. Le dune della spiaggia di Piscinas, inoltre, sono tutelate da vincolo paesaggistico e da vincolo di conservazione integrale. Nonostante i buoni propositi delle varie istituzioni, dal 2008 ad oggi nessun intervento di bonifica strutturale e ambientale dell’area è stato portato a compimento”.
Un fatto sconosciuto alle alte sfere della Commissione, come ricordato dal commissario Virginijus Sinkevičius: “La Commissione non dispone di informazioni dettagliate in merito, ma ha ricevuto copia di una lettera da parte di un’organizzazione non governativa che chiedeva alle autorità italiane di fornire informazioni sull’inquinamento registrato nel mare di Piscinas e nel fiume Irvi e di adottare misure adeguate per porre rimedio alla situazione”. ” Fatto salvo il ruolo della Commissione quale custode dei trattati, spetta in primo luogo agli Stati membri assicurare il rispetto del diritto dell’UE, anche per quanto riguarda la verifica dei singoli casi di potenziale violazione delle norme pertinenti. In linea con l’approccio strategico all’attuazione nelle azioni di esecuzione, la Commissione si concentra sui casi di inadempimento sistematico”.