Uspaskich: “Preservare l’istituzione della famiglia nell’UE”.

Secondo Eurostat, nell’UE nascono 1,53 bambini per donna e, secondo l’eurodeputato dei Non Iscritti, Viktor Uspaskich, ogni donna dovrebbe dare alla luce almeno 2,1 figli. “Se una società non si rinnova in modo naturale, si trova ad affrontare la prospettiva del collasso economico. Una popolazione in calo – prosegue – impedisce all’economia di crescere e non c’è modo di garantire la sicurezza sociale e le pensioni a causa del calo del numero di persone che lavorano. Pertanto, le tasse devono aumentare continuamente, il che ridurrà ulteriormente la crescita economica.

“Tuttavia – aggiunge – nell’UE e nei sistemi educativi dell’UE vi è una crescente attenzione verso le persone LGBTQI+ e i loro valori. Le persone che vogliono far sentire la propria voce e difendere i valori familiari tradizionali vengono emarginate e trattate come seminatori di odio. Inoltre, i bambini vengono sessualizzati attraverso l’educazione sessuale e non vengono loro insegnati i sani valori morali che sono il fondamento di una società vivace”.

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A nome della Commissione Ue, la Vicepresidente Dubravka Šuica ha puntualizzato, in risposta all’interrogazione dell’eurodeputato, che “il panorama demografico dell’Europa sta cambiando” e che serve uno “sforzo per affrontare sfide come l’invecchiamento e la diminuzione della popolazione in età lavorativa.

“Le ragioni dell’andamento demografico sono multiformi – ha dichiarato l’esponente della Commissione von der Leyen -. Fondare una famiglia e avere figli è una questione di scelta individuale e l’UE non ha competenza in questo ambito. Tuttavia, la Commissione sostiene gli Stati membri nella creazione di condizioni sociali ed economiche favorevoli che consentano agli individui di pianificare la propria vita familiare secondo le loro preferenze personali. Esempi a livello UE includono la direttiva sull’equilibrio tra lavoro e vita privata e la Direttiva sulle lavoratrici gestanti. Ancora, la strategia europea in materia di assistenza, la Raccomandazione del Consiglio sull’educazione e la cura della prima infanzia, la Garanzia europea per l’infanzia e, infine, il sostegno finanziario alle strutture per l’infanzia nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza”.

Sul tema della non discriminazione, la Vicepresidente ha poi concluso ricordando che “l’uguaglianza è un valore fondamentale. La strategia per l’uguaglianza LGBTIQ 2020-2025, si basa su questi principi e mira ad affrontare le disuguaglianze e le sfide che colpiscono le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans, non binarie, intersessuali e queer (LGBTQI+)”.

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