USA. L’avvelenatore di pozzi Joe Biden continua con le politiche scellerate.
Continuano le azioni scellerate del “presidente residuo” Joe Biden. Il leader democratico degli USA (fortunatamente ancora per poco) dopo aver spinto per l’escalation militare in Europa, confermata dalla decisione di rimuovere la riserva per l’uso dei missili a lungo raggio da parte di Kiev contro la Russia, Biden sta cercando di trovare una soluzione per stabilizzare le relazioni tra l’Arabia Saudita e Israele e, cosa più discutibile, di aumentare l’entità degli aiuti militari per l’Ucraina attraverso la Presidential Dradown Authority che consente agli USA di attingere direttamente alle proprie scorte militari per aiutare gli alleati.
Sull’azione dell’avvelenatore di pozzi, lo stesso Trump, recentemente, ha dichiarato che una volta insediato come 47° presidente degli USA, revocherà una serie di politiche adottate dall’attuale amministrazione. Tempo e fatica che il nuovo mandato repubblicano dovrà dedicare a scapito delle politiche per le imprese e le famiglie americane. Ma, di questo, agli squallidi democratici importa ben poco.
Recentemente, giusto per rimanere nel perimetro delle “azioni scellerate” di Biden, il dipartimento delle risorse umane del governo, ha deciso di consolidare le tutele occupazionali per i dipendenti federali, rendendo più difficile per la nuova amministrazione Trump la sua abrogazione.
Ancora, gli esperti politici affermano che anche la legislazione sul clima, l’Inflation Reduction Act, approvata dai democratici, impedirà alla nuova amministrazione repubblicana di mettere mano alle leggi sul clima con l’obiettivo di limitare l’azione del 47° presidente degli USA.
L’amministrazione Biden ha avviato anche uno dei programmi infrastrutturali più importanti degli ultimi tempi, annunciando alcune settimane fa l’utilizzo di 3,4 miliardi di dollari in sovvenzioni per trasporti e infrastrutture.
Sovvenzioni e approvazioni dei progetti, va rimarcato, accelerate negli ultimi tempi in vista della fine del mandato di Biden.
C’è anche una riserva di fondi che il Dipartimento della Difesa deve stanziare prima che Biden lasci l’incarico. I funzionari del Pentagono affermano, in particolare, che ci sono 7,1 miliardi di dollari in fondi per le armi che devono essere utilizzati, oltre ad altri 2,2 miliardi di dollari disponibili. Risorse che con molta difficoltà potranno essere gestiti dalla nuova amministrazione Trump.
Un’altra priorità per l’amministrazione Biden è la conferma del maggior numero possibile di giudici federali (ovviamente di parte) prima di lasciare l’incarico.
Indipendentemente dalle politiche e dagli stanziamenti di fondi che l’amministrazione Biden sarà in grado di approvare prima di lasciare la Casa Bianca, è probabile che tali decisioni saranno oggetto di contestazioni legali nella prima fase della seconda presidenza di Donald Trump.
Insomma, il vecchio Joe, oltre a salvare “le chiappe del figlio Robert Hunter“, sa come avvelenare i pozzi.
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