USA, il presidente “parcheggiato” continua a mandare armi all’Ucraina.

Gli Stati Uniti d’America, si sà, rappresentano una nazione carica di paradossi. Non dovrebbe pertanto sorprendere, pensando a tale bizzaria, che un presidente incapace di prendere parte a una campagna elettorale, per ovvi problemi di ordine geriatrico, possa invece continuare a mandare milioni di dollari in armi al Governo di Kiev: i cosiddetti “pacchetti per l’assistenza alla sicurezza dell’Ucraina”. In altre parole, armi e missili per alimentare, dopo anni di impasse internazionale, una guerra per interposta persona.

Nel dettaglio a finire negli arsenali del Governo di Kiev saranno altri 200 milioni di dollari tra intercettori di difesa aerea, munizioni per sistemi missilistici e artiglieria.

Senza contare che il DoD, il Dipartimento della Difesa statunitense, sta annunciando un significativo pacchetto per ulteriori 1,5 miliardi di dollari per l’Ukraine Security Assistance Initiative (USAI).

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Immancabili, come sempre, i missili terra-aria NASAMS, RIM-7, HIMARS, TOW, Javelin e AT-4, i proiettili di artiglieria da 155 e 105mm, giusto per citarne alcuni.

Si tratta, in sintesi, del ventesimo pacchetto USAI dell’amministrazione Biden e della sessantaduesima tranche di equipaggiamenti forniti dagli inventari del Dipartimento della Difesa all’Ucraina a partire da agosto 2021. Pacchetti – o meglio “pacchi” per la incolpevole popolazione ucraina, visti i risultati di due anni di guerra – pari a circa 55,4 miliardi di dollari.

Evidenze assolutamente prive di fondamento per il Segretario alla Difesa Lloyd J. Austin III che, nell’occasione dell’annuncio dell’ultima trance, ha continuato a ribadire il fermo sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina. “Non ci sono dubbi, l’Ucraina non è sola. Il nostro sostegno, insieme a quello di circa 50 alleati e partner, continuerà a fornire le capacità critiche di cui l’Ucraina ha bisogno per respingere l’aggressione russa”.

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foto Army Spc. Trevares Johnson