Un’Ue a più velocità: ritorna in auge il progetto antieuropeo?
Il 19 settembre 2023, il gruppo di esperti franco-tedesco ha pubblicato una serie di raccomandazioni sulla riforma istituzionale dell’UE nella prospettiva dell’allargamento. Un corpus di proposte prontamente accolte (sarebbe stato strano il contrario) dai ‘cinici’ governi francese e tedesco, da sempre promotori di una Europa a due velocità .
Preparare l’Unione europea a operare con oltre trenta Stati membri entro il 2030, seppur interessante come progetto di riforma, rappresenta un rischio, paradossalmente, proprio per il principio di integrazione dei Paesi Ue, promuovendo, invece, un sistema di integrazione differenziata e, quindi, l’idea di un’Europa a più velocità.
“Gli autori del lavoro – scrive in una interrogazione Mihai Tudose del gruppo S&D – descrivono in dettaglio i quattro livelli distinti di integrazione: l’area euro e l’area Schengen sarebbero al primo livello, poi i restanti Stati membri, seguiti dai membri associati e, all’ultimo livello, gli altri Paesi partecipanti alla Comunità politica europea. Il blocco illegittimo e ingiustificato dell’Austria all’adesione della Romania allo spazio Schengen – quando tutte le istituzioni dell’UE e gli altri Stati membri sostengono tale adesione – è un ottimo esempio dell’assurdità della visione discriminatoria adottata nella relazione, che è a dir poco una formalizzazione della divisione dell’UE in Paesi di punta e di seconda fascia”, conclude Tudose.
Cinismo dei Paesi più ricchi decisamente scandaloso per usare un eufemismo, capace di andare oltre i principi di uguaglianza e solidarietà stabiliti nei trattati europei, giustificando così i sostenitori del cosiddetto euroscetticismo.
Sui diversi livelli differenziati di integrazione l’Esecutivo von der Leyen, attraverso il Vicepresidente esecutivo Maros Šefčovič, si è limitato a dichiarare che “la Commissione segue i lavori in corso del Parlamento europeo sulle proposte di modifica dei trattati nel contesto della sua richiesta ai sensi dell’articolo 48 del trattato
Unione Europea. La Commissione – prosegue – sosterrà sempre coloro che vogliono riformare l’UE per farla funzionare meglio per i cittadini, anche attraverso una Convenzione europea e una modifica del trattato,
se dovesse servire”.
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