Università, Maria Cristina Messa: “Investire nel welfare degli studenti”.
“Investiamo nel welfare degli studenti, cercando di aumentare il numero dei nostri laureati e dare accesso all’università in maniera più ampia”. Lo ha detto la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, intervenendo al convegno online ‘Restare o partire? Migrazioni e carriere nella ricerca’, organizzato dalla Normale di Pisa.
“Finanzieremo in maniera importante nel Pnrr l’orientamento, con 250 milioni di euro, per aiutare la scelta degli studenti fin dalla terza superiore, anziché dalla quarta e quinta. E investiremo anche nella formazione degli insegnanti – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo Draghi – Avremo 960 milioni da spendere per gli alloggi studenteschi: sarà importante sviluppare il concetto dei campus universitari per consentire agli studenti di accedere all’università in modo non gravoso sui bilanci familiari”.
Tra gli altri interventi in programma, ha ricordato la ministra, ci sono “500 milioni per le competenze digitali e green e per la formazione degli insegnanti, 432 milioni per l’estensione delle opportunità di carriera e dottorati di ricerca per la pubblica amministrazione e patrimonio culturale”. Infine, “1,8 miliardi di euro in cinque anni per la ricerca: ogni anno avremo un bando di 500 milioni per la ricerca collaborativa tra università ed enti di ricerca, 600 milioni per grant individuali per giovani ricercatori, così da riportare i giovani in Italia e 1,5 miliardi per infrastrutture di ricerca: i fondi insomma ci sono e per la prima volta anche per la ricerca di base, ma dobbiamo concentrarci sulle riforme e le semplificazioni per spenderli bene”.
Ambizioni e dichiarazioni importanti che, però, cozzano con la realtà di un Paese ‘troppo fesso’ per comprendere quanto ha perso in produttività agevolando l’emigrazione giovanile, come ricordato recentemente dalla Corte dei Conti che ha registrato, negli ultimi 8 anni, un aumento della migrazione all’estero del 41,8%, certificando la perdita di capitale umano, intellettuale e di produttività”.
Cause, secondo Messa, da ascrivere alle “limitate opportunità occupazionali per laureati e dottori di ricerca, limitate prospettive di carriera, inadeguate remunerazioni e nella eccessiva burocratizzazione che rende ancora più complicato il percorso di carriera dei giovani ricercatori”. Nessun accenno, purtroppo, alle logiche baronali delle università e incongruenza dei percorsi accademici… insomma i problemi sono strutturali fino a un certo punto!