Università. Azione universitaria: “Riaprire i servizi bibliotecari”.
Nonostante la possibilità di garantire il servizio nelle biblioteche, sale lettura e degli archivi universitari – come prescritto dall’art 42 del DPCM del 2 marzo – e l’approvazione del protocollo per la gestione dei servizi e delle sale lettura delle biblioteche del Sistema Bibliotecario di Ateneo – discusso, votato e approvato dal Senato Accademico che dal Consiglio di Amministrazione lo scorso settembre 2020 – l’Università degli Studi di Cagliari ha deciso di attuare misure più stringenti per l’accesso ai locali degli studenti.
Opportunità che, malgrado il successo riscontrato in altri Atenei italiani quali l’Università Statale di Milano, l’Alma Mater di Bologna e l’Università di Roma Tre, dove è stato garantito l’accesso i servizi bibliotecari anche in ‘zona rossa’, continua ad essere negata nell’Ateneo cagliaritano.
Sulla base di queste premesse l’associazione studentesca Azione Universitaria (AU), ha inviato una missiva al nuovo Rettore dell’Università di Cagliari, Francesco Mola, chiedendo di rendere pubbliche le motivazioni che hanno portato alla decisione di attuare misure più stringenti rispetto a quanto previsto dal DPCM dello scorso mese di marzo.
“La normativa vigente a livello nazionale – si legge nella nota di AU – ci permetterebbe di mantenere attivi questi servizi malgrado la zona rossa. Il sistema di prenotazione, i posti contingentati, le misure di prevenzione hanno fatto sì che le biblioteche dell’Ateneo cagliaritano diventassero posti sicuri. La possibilità di studiare in biblioteca permetterebbe una migliore preparazione agli esami, nonché una maggiore possibilità d’accesso alle fonti durante la stesura della tesi. Da ormai un anno – ricordano da Azione Universitaria – noi studenti prepariamo gli esami tra mille problemi e sotto stress: molti di noi non hanno più fatto una lezione dal vivo e la decisione di non permettere di usufruire pienamente del servizio bibliotecario contribuisce definitivamente a ridurre il già precario diritto allo studio. Noi studenti da un anno ci prendiamo le nostre responsabilità, sarebbe ora che chi di dovere si assumesse le proprie”.
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