Unioni civili nell’UE: diritti negati e ostacoli alla libera circolazione.
Nell’Unione Europea, la libertà di circolazione è un principio sacrosanto. Ma per le coppie LGBTQIA+, questa libertà si scontra con barriere giuridiche che creano disparità e disagi concreti. Il caso emblematico riguarda le unioni civili tra persone dello stesso sesso: riconosciute in alcuni Paesi, ignorate in altri, obbligano spesso i cittadini a scelte forzate pur di vedersi riconosciuti gli stessi diritti.
Una triste circostanza che ricorda il caso di una coppia italiana trasferitasi in Spagna. Qui le due donne, unite civilmente in Italia – dove il matrimonio egualitario non esiste – si sono trovate costrette a sciogliere la loro unione per potersi sposare e ottenere così il pieno riconoscimento legale nel nuovo Paese di residenza. Una burocrazia surreale che evidenzia, di fatto, la mancata armonizzazione normativa tra gli Stati membri, con conseguenze pesanti in termini patrimoniali, successori e di diritti familiari.
L’Italia, va ricordato, ha introdotto le unioni civili nel 2016, mantenendole però distinte dal matrimonio, mentre la Spagna ha riconosciuto il matrimonio egualitario già nel 2005. Il problema è che le unioni civili italiane non sono equiparate al matrimonio in Spagna, e in molti altri Paesi dell’UE vigono regole diverse, generando un labirinto burocratico per le coppie dello stesso sesso che decidono di trasferirsi.
La questione è tutt’altro che marginale: il mancato riconoscimento reciproco delle unioni civili mina il principio di non discriminazione e ostacola di fatto il diritto alla libera circolazione sancito dall’articolo 21 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
Alla Commissione, sperando non inciampi nel solito “limite di competenza”, spetta ora chiarire se questa situazione sia compatibile con i principi europei e quali misure intenda adottare per garantire il mutuo riconoscimento delle unioni civili e dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. In altre parole: l’UE può continuare a tollerare che alcuni suoi cittadini vedano riconosciuti i propri diritti solo in base al Paese in cui si trovano?
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