Unione europea, 2 giovani su 5 non si sentono europei.
Per due giovani under30 su cinque l’Unione europea rappresenta una istituzione lontana e poco sentita, ma la mobilità internazionale dei giovani, nell’88% dei casi intervistati, rappresenta la chiave di volta per assicurare una migliore integrazione dei giovani all’interno dell’UE, mentre il 55% degli intervistati ritiene la scuola “molto importante per formare e informare” sulle tematiche europee. Questi sono alcuni dei risultati emersi dal sondaggio che ha coinvolto 1120 giovani italiani ed europei, condotto dal Team Italia di EUth For Democracy.
Dati dai quali si evince una scarsa conoscenza del meccanismo di funzionamento dell’UE tra i giovani, rivelando, però, un grande interesse tra gli under30 italiani per i progetti di mobilità internazionale nel campo della gioventù. Iniziative che nel nostro Paese – a causa della burocratizzazione degli sportelli per il pubblico in materia di mobilità internazionale e della scarsa attenzione della macchina amministrativa verso il mondo dell’associazionismo giovanile –, spesso restano inespresse e sostanzialmente poco conosciute tra i ragazzi italiani, rappresentando un primo elemento di distacco dei più giovani dalla realtà europea.
Un altro fattore determinante, sul fronte della disaffezione dei giovani verso l’Europa, è rappresentato dalla scuola. Gli studenti italiani, infatti, si sentono meno coinvolti dei loro coetanei europei a causa di un metodo di educazione formale sempre più obsoleto e non aggiornato, senza contare la scarsa competenza in materia di gioventù del corpo docente italiano. Un gap capace di generare una scarsa promozione delle opportunità e dei valori europei tra i giovani studenti, complice anche l’assenza di una cooperazione di sistema tra scuola e associazionismo giovanile.
Da qui le premesse per la rottura del rapporto tra i giovani e l’Europa e la perdita del senso di appartenenza all’Unione, specialmente tra gli under30 italiani, dove il sentimento europeo raggiunge livelli preoccupanti, rispetto ai coetanei di altre nazioni UE.
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