Un ricordo in occasione del 25 Aprile
Nel discutere sul da farsi in Italia una volta terminato il conflitto, Churchill era solito parlare di 90 milioni di italiani. A chi gli faceva notare che gli italiani fossero in realtà 45 milioni, lui replicava: 45 milioni di fascisti e 45 milioni di antifascisti. La boutade del più grande statista europeo del XX secolo conteneva una verità storica e una regola tuttora valide. I regimi, specie se autoritari, si fondano sul conformismo ancor prima che sulle manganellate. Il passaggio da un regime a un altro, inoltre, è sempre accompagnato da opportunismi e camuffamenti d’ogni tipo. I fascisti diventano comunisti (e poi presidenti della Repubblica), i comunisti diventano liberaldemocratici, i nazisti diventano cristianodemocratici.
Lo storia, tuttavia, ci offre anche la testimonianze di chi, a costo della propria incolumità, ebbe l’ardire di non piegarsi al cospetto di regimi all’apice della loro brutale potenza. Una di questa giunge a noi dagli anni della dittatura fascista ed è con essa che vogliamo ricordare la ricorrenza del 25 Aprile. Nel 1931 il regime impose un giuramento di fedeltà ai 1250 docenti universitari italiani. Opporsi avrebbe significato esclusione e pericoli. Ciò, nonostante vi fu chi lo fece. Non molti in realtà, appena 18, beffardamente definiti “l’uno per mille” dai giornali del regime. Questi sono i loro nomi che vogliamo qui ricordare come augurio di buon 25 Aprile a tutti voi.
Giuseppe Antonio Borgese (estetica), Università della California;
Ernesto Buonaiuti (storia del cristianesimo), Università degli Studi di Roma;
Aldo Capitini, Normale di Pisa;
Mario Carrara (antropologia criminale e medicina legale), Università degli Studi di Torino;
Gaetano De Sanctis (storia antica), Università degli Studi di Roma;
Antonio De Viti De Marco (scienza delle finanze), Università degli Studi di Roma;
Floriano Del Secolo (lettere, italianistica), Collegio Militare della Nunziatella;
Giorgio Errera (chimica), Università degli Studi di Pavia;
Cesare Goretti (filosofia del diritto);
Giorgio Levi Della Vida (lingue semitiche), Università degli Studi di Roma;
Fabio Luzzatto (diritto civile), Università degli Studi di Macerata;
Piero Martinetti (filosofia), Università degli Studi di Milano;
Bartolo Nigrisoli (chirurgia), Università degli Studi di Bologna;
Errico Presutti (diritto amministrativo);
Francesco Ruffini (diritto ecclesiastico), Università degli Studi di Torino;
Edoardo Ruffini (storia del diritto), Università degli Studi di Perugia;
Lionello Venturi (storia dell’arte), Università degli Studi di Torino;
Vito Volterra (fisica matematica), Università degli Studi di Roma.