Un anno dopo l’uccisione di Mahsa Amini, Borrell: “L’Iran deve cambiare”.

Nonostante si sia spento il ricordo per Mhasa Amini, giovane 22 iraniana uccisa durante la detenzione in Iran per via della “presunta violazione” della legge che impone alle donne di indossare l’hijab, ricordiamo oggi la persona, la giovane e l’attivista per i diritti umani.

Una storia troppo presto dimenticata dalle tante ‘anime pie’ del cosiddetto “villaggio globale” e dai sodalizi pseudo-femministi tanto in auge anche dalle parti del “Bel Paese” che, sicuramente, non mancheranno di esaltarsi con girotondi, manifestazioni e apparizioni al prossimo omicidio eccellente. L’indignazione a orologeria è, infatti, divenuta nel tempo una prerogativa dei cosiddetti “progressisti da comodino” e dei situazionisti dei diritti umani. Poveri loro e poveri noi, vittime incolpevoli di tanta incresciosa insincerità d’animo…

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Ma, provando ad andare oltre la desolante “piccola società italiana”, qualcuno oggi ha ricordato la giovane iraniana: l’Alto rappresentante dell’UE, Josep Borrell: “Ricordiamo come centinaia di migliaia di donne e uomini sono scesi nelle strade dell’Iran e, soprattutto, il loro coraggio. Sosteniamo pienamente la loro aspirazione per un futuro in cui i diritti umani universali e le libertà fondamentali siano rispettati, protetti e realizzati. Siamo tutti sconvolti dal modo in cui le autorità iraniane trattano i dissidenti politici interni – ha aggiunto Borrell – e la loro risposta alle proteste la consideriamo inaccettabile. Le libertà civili, in particolare la libertà di parola, la libertà di stampa e il diritto di libera riunione sono state represse ancora più violentemente nell’ultimo anno”.

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Una repressione che sta comportando l’uso di condanne sempre più severe nel Paese asiatico: “Il ritmo accelerato delle esecuzioni compiute nell’ultimo anno è estremamente preoccupante. Lo scorso dicembre, i ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno adottato una posizione più dura nei confronti dell’Iran. Abbiamo adottato nove cicli consecutivi di sanzioni. Abbiamo assunto posizioni molto chiare nei consessi internazionali, anche a sostegno della missione internazionale nella Repubblica islamica dell’Iran. E – permettetemi di dirlo chiaramente – continueremo a considerare le opzioni a nostra disposizione per affrontare la situazione dei diritti umani in Iran”.

Gli ultimi 12 mesi, in particolare, hanno segnato un chiaro cambiamento nelle relazioni Ue-Iran: “Abbiamo osservato con grande sgomento il sostegno dell’Iran alla guerra illegale di aggressione della Russia. Un altro chiaro punto di svolta è la detenzione arbitraria di cittadini dell’Unione Europea, tra cui in particolare Johan Floderus. Allo stesso tempo, dobbiamo mantenere un approccio necessario di “impegno critico” con l’Iran. Mantenere aperti i canali diplomatici è essenziale per proteggere i nostri cittadini, i nostri interessi e sostenere i diritti fondamentali del popolo iraniano”.

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