Uil Sardegna: “Il 42% degli operatori sanitari soffre limitazioni lavorative”.

Piove sul bagnato nel campo dell’assistenza e sicurezza dei pazienti sardi. A ricordarlo, se mai ce ne fosse bisogno, è stato il segretario della Uil Sardegna, Guido Sarritzu, intervenuto oggi per confermare la presenza di limitazioni lavorative per il 41% degli operatori sanitari sardi.

Dato che rappresenta “un diffuso e rilevante condizionamento all’organizzazione del lavoro, il cui impatto è destinato ad essere sempre più significativo alla luce dell’invecchiamento degli organici”.

Limitazioni fisiche, spesso, che sono il risultato di anni di lavoro usurante, turni massacranti, carichi di lavoro eccessivi e in alcuni casi di infortuni sul lavoro o malattie professionali.

Il problema colpisce soprattutto gli operatori socio sanitari, infermieri e medici. Le limitazioni – ha aggiunto Sarritzu – sono dovute ai problemi di salute, bisogna colmare questa carenza perché si ripercuote sull’assistenza. Se ad esempio un oss non può movimentare un paziente perché ha limitazioni, lo deve fare un altro, e questo comporta un impiego maggiore di operatori per colmare il deficit”.

LEGGI ANCHE:  Sardegna: aggiudicati i collegamenti marittimi con le isole minori.

Quindi gli operatori che hanno problemi di salute, possono essere esentati da determinate mansioni. Ma, in un’Isola sempre più sfigata come la Sardegna (non se la prendano coloro che vedono solo il mare e il maialetto sardo), ciò si traduce in scarsa qualità dell’assistenza: “Se non ci sono sostituti viene a mancare l’assistenza e quindi anche la sicurezza. La mancanza di un ricambio generazionale costringe molti operatori a lavorare oltre le loro capacità, aggravando condizioni di salute preesistenti”, precisa Sarritzu.

Da qui le richieste (con molta probabilità resteranno inascoltate) della Uil, a partire dall’avvio di percorsi personalizzati per i lavoratori con limitazioni con attività meno usuranti come il supporto amministrativo, la formazione o l’affiancamento ai nuovi assunti. Ancora, è necessario il potenziamento della prevenzione avviando programmi di prevenzione per ridurre il rischio di infortuni e malattie professionali, con particolare attenzione a ergonomia, turnazione e supporto psicologico.

LEGGI ANCHE:  Giunta. Sostegno alle aziende sarde per l'internazionalizzazione.

Immancabili, poi, le richieste per le assunzioni mirate per incrementare il numero di operatori sanitari e garantire un’equa distribuzione del lavoro e ridurre il carico su chi è in servizio. Ma da dove prendere questi nuovi dipendenti in un’isola dove non si trovano più neanche i camerieri e gli operai specializzati?

Infine, secondo il sindacato, serve l’istituzione di un osservatorio per il monitoraggio sulla salute dei lavoratori sanitari e prevenire, così, l’aggravarsi delle limitazioni fisiche.

Sullo sfondo, però, resta un altro grande tema, quello del precariato: “In Sardegna e da tempo stiamo chiedendo un piano straordinario di stabilizzazioni e assunzioni”, dice Sarritzu, “essendo la nostra un’Isola molto grande poco popolata, bisogna garantire la copertura dell’intero territorio, e quindi devono esserci più operatori. E questo giustifica anche la spesa, maggiore rispetto al resto d’Italia”.

LEGGI ANCHE:  Servitù militari: 5,1 milioni ai comuni più esposti.

Intervento che si chiude con la denuncia dei famosi ritardi sulla gestione delle pratiche da parte delle commissioni per l’accertamento dell’invalidità civile e dell’handicap in tutta l’isola che, ad oggi, interessano circa 12mila cittadini/e sardi/e. Roba da Stato delle banane. “Questa situazione, ormai cronica, sta causando disagi inaccettabili a cittadini già in condizioni di fragilità, privandoli di diritti essenziali e di un supporto indispensabile. I tempi di attesa in molti casi superano i 15 mesi”, conclude Sarritzu.

Sul tema, recentemente, il “Governo dei migliori”, guidato dalla presidente decaduta Alessandra Todde, ha dichiarato che “è stato semplificato l’iter” ma, come ben sappiamo, il problema non si risolve con una delibera di Giunta. Mancano, infatti, dipendenti amministrativi e personale medico, senza contare l’inefficacia messa quotidianamente in campo all’interno dei processi di gestione delle varie ASL sarde.