Uffici postali: è di Sadali uno dei più giovani direttori di Poste Italiane.

Marco Dessì, di Sadali, è il più giovane tra i direttori degli uffici postali della Sardegna. 22 anni, un diploma all’istituto alberghiero di Tortolì in tasca, un grande amore per la viticoltura e l’agricoltura in generale, lavora in Poste Italiane dal mese di novembre del 2022.

“Ho presentato la mia candidatura sul sito poste.it – racconta Dessì – e sono stato assunto a fine 2022. Dopo l’assunzione, ho deciso anche di proseguire gli studi: sono iscritto al secondo anno del corso di laurea in economia presso un’università digitale, frequento online, e questo mi permette di poter lavorare e studiare allo stesso tempo, grazie alle lezioni on-demand”.

Il confronto quotidiano con la clientela, in una piccola realtà come quella di Sadali, rappresenta per Marco al contempo una sfida e un modo per mettersi a disposizione della comunità. “Ciò che mi piace di più del mio lavoro – aggiunge – è la possibilità di aiutare le persone. Ogni operazione è un’opportunità per fornire supporto e fare la differenza, anche se piccola, nella vita di qualcuno. Mi dà soddisfazione sapere di poter essere utile in tanti modi diversi, dalle questioni più pratiche a quelle più complesse. Lavorare in una piccola comunità, come Sadali, mi permette di sentirmi parte integrante di essa. Questo accresce in me il senso di appartenenza e responsabilità, che può essere molto gratificante. Cerco di spiegare, anche alle persone più anziane e fragili, le nuove tecnologie e i nuovi servizi che offriamo: faccio in modo, nel mio piccolo, che le persone si sentano un po’ meno sole”.

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Marco, oltre che al suo lavoro e ai suoi studi, presta cura anche alla sua passione, strettamente connessa al suo territorio di appartenenza, storicamente caratterizzato dalla produzione vitivinicola. “Posseggo una vigna di circa 3000 ceppi che ho ereditato da mio nonno. È una vigna coltivata secondo i canoni della tradizione, usando la maggior parte delle tecniche antiche, e gran parte dei ceppi sono di uve Cannonau, una specie autoctona. È un impegno importante, ma che può dare tante soddisfazioni, come il mio lavoro in ufficio. È un hobby che mi permette di stare a contatto con la natura, di tenermi sempre occupato, e soprattutto di mandare avanti una tradizione, quella della viticoltura, che pian piano sta scomparendo. Siamo noi giovani che dobbiamo portare avanti le tradizioni, quelle che ci sono state insegnate dai nostri antenati e che dobbiamo tramandare ai nostri figli. La mia passione e il mio lavoro – conclude – hanno molto in comune. Ambedue richiedono impegno, costanza, dedizione, cura dei dettagli, e voglia di migliorarsi, oltre che rispetto per la clientela, in ufficio, e per la natura, in vigna”.

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