Ue, sì al sostegno ucraino con asset immobilizzati russi.

I deputati del Parlamento europeo in commissione per il commercio hanno votato a favore di un prestito fino a 35 miliardi di euro all’Ucraina come contributo dell’UE all’iniziativa di sostegno del G7.

Il Trade Committee, in particolare, ha votato con 31 voti favorevoli, 4 contrari e nessuna astensione sulla proposta della Commissione di sostenere l’Ucraina con un prestito eccezionale di assistenza macrofinanziaria (MFA) fino a 35 miliardi di euro per rispondere alle urgenti esigenze finanziarie dell’Ucraina di fronte alla guerra con la Russia.

Il rimborso di questo prestito MFA eccezionale e dei prestiti degli altri Paesi del G7 deriverà dalle entrate straordinarie derivanti dagli asset immobilizzati della Banca centrale russa e rese possibili dal Meccanismo di cooperazione per i prestiti all’Ucraina, istituito di recente su proposta della Commissione europea.

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I futuri ricavi derivanti dai beni russi congelati, nonché i possibili contributi degli stati membri dell’UE e di altri Paesi, sono destinati a essere resi disponibili all’Ucraina attraverso il meccanismo per assistere il Paese nel rimborso del prestito MFA eccezionale, nonché dei prestiti di altri partner del G7 considerati ammissibili dalla Commissione. Questi fondi saranno utilizzati solo per il servizio e il rimborso dei prestiti ammissibili e del prestito MFA.

Il nuovo prestito MFA, cosa più assurda (dati i limiti di monitoraggio rilevati sulla destinazione delle armi ucraine), consentirà all’Ucraina di allocare i fondi come ritiene opportuno. I sistemi di gestione e controllo delineati nel Piano Ucraina , insieme a misure specifiche per prevenire frodi e altre irregolarità, si applicheranno anche al prestito MFA.

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I nuovi fondi MFA saranno resi disponibili entro la fine del 2024 e erogati fino alla fine del 2025. Il prestito MFA, cosa più risibile, sarà subordinato al “continuo impegno dell’Ucraina a sostenere meccanismi democratici efficaci, rispettare i diritti umani e ulteriori condizioni politiche da stabilire in un memorandum d’intesa”. Certo, come ricorda il recente bando della libertà religiosa e il crescente tasso di corruzione del Paese.

Ma di senso critico in Ue continua ad essercene ben poco, come ricordato dalla relatrice Karin Karlsbro di Renew Europe: “Utilizzare i profitti derivanti da asset russi immobilizzati invia un chiaro segnale che l’onere della ricostruzione dell’Ucraina deve essere sostenuto dai responsabili della sua distruzione, vale a dire la Russia. Il nuovo meccanismo di cooperazione macrofinanziaria e di prestito sostiene l’Ucraina nel mantenere importanti funzioni di base nella società. Far pagare la Russia è un passo importante. L’Ucraina non sta solo lottando per la propria esistenza e libertà, ma anche per la nostra. Questa proposta sottolinea l’impegno incrollabile dell’UE nei confronti della sovranità e della resilienza economica dell’Ucraina”.

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Il Parlamento dovrebbe votare la proposta durante la prossima sessione del 21-24 ottobre.

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