Ue: pioniera nell’IA ma poco sulle questioni energetiche correlate.
L’UE, pioniera nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale, non sembra avere al momento prestato la stessa attenzione sulle implicazioni energetiche legate a questa tecnologia. L’IA, come forse non compreso all’interno del trilogo europeo (formato da Parlamento, Commissione e Consiglio europeo), richiede notevoli quantità di energia per funzionare. La sola Agenzia internazionale per l’energia, per esempio, ha stimato che la domanda totale derivante dall’uso dell’intelligenza artificiale e dei data center potrebbe raddoppiare tra il 2022 e il 2026.
Da qui, negli ultmi anni, si è scatenata la corsa delle grandi aziende dell’IA per l’acquisto di elettricità a zero emissioni a tariffe superiori a quelle di mercato per ottenere elettricità decarbonizzata.
Nonostante il mondo delle imprese sia particolarmente dinamico verso l’accaparramento energetico, il trilogo europeo non sembra aver compreso il tema, alla luce delle iniziative di piccolo cabotaggio viste negli ultimi 5 anni.
A ricordare le poco invidiabili milestones raggiunte dalla sempre meno competitiva Ue (verso USA e Cina) è intervenuta la commissaria Kadri Simson, secondo la quale la Commissione europea sta affrontando la preoccupazione per l’aumento dell’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) nel sistema energetico europeo. Dal 2019, spiega l’esponente della Commissione von der Leyen, “l’UE ha stabilito requisiti di progettazione ecocompatibile per server e prodotti di archiviazione dati – attualmente in fase di revisione – e ha adottato, nel 2024, nuove norme per monitorare le prestazioni energetiche dei data center raccogliendone i dati. Allo stesso tempo, la direttiva sull’efficienza energetica ha introdotto nuove norme di pianificazione al fine di incoraggiare la collocazione di nuovi data center in luoghi in cui il calore di scarto possa essere riutilizzato e il fabbisogno di energia e acqua per il raffreddamento possa essere ridotto”.
Tra le altre poche azioni messe in campo dall’Ue, anche la direttiva sulle energie rinnovabili che, se per la Commissione ha portato a rilasciare con più rapidità le procedure di rilascio dei permessi per la realizzazione di impianti di energia rinnovabile, dall’altro ha creato le condizioni per un assalto al territorio senza precedenti.
Ancora, nel novero delle iniziative poco disruptive, si cita l’AI Act che, adottato di recente, prevede l’obbligo per i fornitori di modelli di IA generici di documentare il consumo energetico noto o stimato. Infine, nel 2024 la Commissione ha assegnato uno studio esterno con l’obiettivo di esplorare l’impatto ambientale attuale e previsto dell’IA e di sviluppare e rendere operativo un concetto per una potenziale etichetta di IA verde. Insomma, non siamo all’anno zero ma quasi ci siamo.