UE. L’insostenibile leggerezza degli strumenti europei di democrazia diretta.

Recentemente Gabriele Frongia, rappresentante dell’Associazione ABìCì (membro del Comitato delle Associazioni Sarde per la Mobilità Internazionale), ha segnalato al Parlamento europeo il vuoto normativo in materia di politiche giovanili nelle aree insulari mediterranee degli Stati membri dell’UE, attraverso una petizione inviata alla Commissione per le Petizioni del Parlamento europeo (PETI).

Nella petizione “Assenza di leggi regionali sulle politiche per i giovani nelle aree insulari mediterranee degli Stati membri dell’UE”, il presidente Frongia segnala le difficoltà incontrate dagli under35 residenti nelle aree insulari del Mediterraneo, aggravate dall’assenza di apposite leggi a tutela delle politiche giovanili.

“L’assenza di una legge regionale dedicata ai giovani nelle aree insulari – per il firmatario della petizione – potrebbe non permettere il conseguimento dei risultati previsti dalla nuova strategia dell’UE per la gioventù e, in particolare, non riuscire a supportare la mobilità per l’apprendimento, l’emancipazione dei giovani, e la loro inclusione con il resto dell’Unione europea. La condizione giovanile nelle isole mediterranee dei Paesi aderenti all’UE è abbastanza penalizzata rispetto ai ragazzi/e residenti nelle aree non insulari dell’Unione. Criticità confermata, quasi quotidianamente, dai dati relativi ai tassi di abbandono scolastico, all’emigrazione giovanile, al risibile numero di impatriati e alla minima presenza di under35 nelle posizioni chiave delle istituzioni locali”.

LEGGI ANCHE:  Sigarette elettroniche monouso, Corrao: "Soluzioni per mitigarne l'impatto ambientale".

Una mancanza di attenzione verso i giovani spesso citata dalla politica ma mai affrontata con particolare asserzione per Gabriele Frongia: “Le istituzioni locali, a causa di modalità comunicative formali e dell’assenza di un piano strutturato di animazione locale concertato con i giovani, non riescono a coinvolgere le forze più fresche e innovative della società, erogando, così, servizi inefficaci e inefficienti. Fattispecie particolarmente critica nelle aree interne delle isole mediterranee dei Paesi aderenti all’UE. Una carenza di servizi e di attenzione per le esigenze dei giovani che si ripercuote sui costi sociali del nostro Paese”.

Come confermato dal firmatario della petizione, la richiesta d’intervento da parte delle istituzioni europee, nasce dall’esigenza di richiamare le istituzioni nazionali alle proprie responsabilità verso i giovani: “Pur consapevole che le politiche giovanili sono di competenza nazionale e che pertanto è esclusa l’armonizzazione della legislazione degli Stati membri, abbiamo chiesto al Parlamento europeo di raccomandare l’adozione di una legge per i giovani nelle regioni insulari dell’area mediterranea dei Paesi aderenti all’UE”.

LEGGI ANCHE:  Americani guerrafondai, Jill Stein: "Trump alimenta la guerra come i democratici".

Purtroppo, la risposta della Commissione per le Petizioni del Parlamento europeo, arrivata nelle scorse settimane, non è stata quella prevista: “Nonostante sia stata ritenuta ricevibile per competenza, la Commissione ha risposto con una semplice esortazione a prendere visione di alcuni link. Una dimostrazione di superficialità da parte della Commissione parlamentare” ha proseguito Gabriele Frongia.

“In Europa si chiede ai giovani di essere partecipi e attivi nella società ma, nella realtà dei fatti, come dimostra anche la risposta ricevuta dalla Commissione, neanche l’utilizzo di uno strumento di democrazia diretta porta le istituzioni a prendere sul serio le istanze dei giovani. Rispondere a un qualsiasi portatore di interesse esortandolo a prendere visione di due link, tra l’altro privi delle risposte che i tanti giovani in Europa chiedono, è uno dei motivi che portano i giovani a non credere nelle istituzioni e nella partecipazione attiva. Oggi l’Europa ha perso un’altra occasione per mettere in pratica ciò che predica”. 

LEGGI ANCHE:  Bilancio dell'UE: sì del Consiglio agli aiuti per le catastrofi naturali. 616 milioni alla Germania.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *