UE, Bizzotto, Bonfrisco e Ceccardi: “Spie cinesi a Bruxelles”.

Secondo le 3 eurodeputate del gruppo Identità e Democrazia, Mara Bizzotto, Anna Bonfrisco e Susanna Ceccardi “grazie a inchieste giornalistiche (Die Welt, La Stampa, Bloomberg) basate su fonti del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) si è appreso dell’esistenza a Bruxelles di una estesa rete di agenti di intelligence cinesi”.

Per le firmatarie dell’interrogazione parlamentare anche funzionari europei sarebbero stati coinvolti in attività di spionaggio a favore della Repubblica Popolare Cinese: “Il 2020 – si legge nel testo dell’interrogazione – si è aperto all’insegna di ulteriori notizie circa il coinvolgimento di ex funzionari europei in attività di spionaggio a favore della Cina, che la Commissione (“EU-China/Strategic Outlook” marzo 2019) definiva economicamente un ‘avversario’ e politicamente un ‘rivale sistemico che promuove forme alternative di governance’. Poche settimane fa una portavoce del SEAE avrebbe confermato che il Servizio ha segnalato al proprio personale il pericolo di attività ostili da parte dell’intelligence cinese”.

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Per le esponenti del gruppo ID, Bruxelles sarebbe sostanzialmente diventata “la capitale delle spie cinesi in Europa”. Alla luce di questa ‘invasione’ è stato chiesto alla Commissione europea di avviare un confronto con altre istituzioni per predisporre misure comuni di protezione e di illustrare eventuali informazioni in possesso dell’Esecutivo europeo in merito alle attività cinesi di spionaggio umano e informatico aventi ad oggetto la stessa Commissione.

Ieri è arrivata la risposta del Commissario, Johannes Hahn: La Commissione non si esprime su questioni riguardanti la propria sicurezza operativa. Riguardo alle misure adottate per informare e proteggere il personale dalle attività di intelligence, la Commissione ha intrapreso numerose azioni preventive, comprese iniziative di comunicazione e formazione volte a sensibilizzare il personale. Come le altre istituzioni dell’UE, anche la Commissione deve difendersi dalla crescente minaccia rappresentata dalle attività di intelligence cui deve far fronte. Se da un lato ciascuna istituzione è responsabile della protezione del proprio personale dalle attività di intelligence ostili secondo le specificità che la contraddistinguono, la Commissione intrattiene con le altre istituzioni dell’UE un dialogo costante in materia di sicurezza, in cui sono affrontate questioni di interesse comune.

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“La necessità di rafforzare la resilienza dell’UE di fronte alle attività di intelligence ostile – ha proseguito Hahn – ha indotto la Commissione a mettere in atto misure specifiche e a rivedere le proprie procedure. In tale contesto le persone esterne che intendono accedere agli edifici della Commissione devono essere preventivamente registrate. Le procedure di registrazione, verifica e controllo dell’accesso attualmente in atto garantiscono che solo le persone autorizzate possano avere accesso ad aree dedicate negli edifici della Commissione”.

foto Susanna Ceccardi, Alexmar983 commons wikipedia

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