UE: 25 mln per sostenere la democrazia in Bielorussia.
La Commissione europea ha adottato un nuovo programma di assistenza del valore di 25 milioni di euro per sostenere il popolo bielorusso, a seguito della brutale risposta del regime del Premier Lukashenko alle proteste contro le elezioni presidenziali dell’agosto 2020. Ricordiamolo, lo stesso presidente che per tanti anni l’UE ha corteggiato – con copiosi investimenti inseriti nella cooperazione internazionale – in ottica anti-putiniana.
Il programma di assistenza “EU4Belarus, si legge nella nota della Commissione, proverà a sostenere “la resilienza della società e lo sviluppo del capitale umano” e “le aspirazioni democratiche in Bielorussia”.
Gli attivisti della società civile potranno, così, continuare il loro lavoro nel Paese ritenuto ora dall’Ue come il male assoluto, insieme alla Russia di Putin e all’Iran di Ebrahim Raisi.
Sostegno anche agli studenti e studentesse per l’accesso “alle moderne opportunità di istruzione, formazione e apprendimento di qualità”. Azioni che forse potrebbero indicare una scarsa conoscenza, dalle parti della Commissione, circa i livelli di qualità del sistema formativo bielorusso che, privo dei miliardari finanziamenti UE, permette ogni anno a migliaia di studenti di eccellere in ambito linguistico e tecnico-scientifico, senza contare, rimanendo nel campo della presunta superiorità delle politiche UE, le politiche a sostegno dell’occupazione dei laureati/e bielorussi/e che, allo scopo di contrastare la dilagante disoccupazione post-universitaria (tanto frequente nella democratica UE), possono partecipare a programmi di inserimento lavorativo (retribuito) della durata biennale all’interno delle istituzioni del Paese.
Aspetti, questi, mai evidenziati all’interno dell’univoco megafono europeo.
foto Kremlin.ru