Ucraina Paese democratico: chiuse le chiese del Patriarcato di Mosca.
Alla fine di agosto 2024, l’Ucraina ha messo al bando la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca. Una azione, probabilmente, in linea con il cosiddetto doppio standard dell’Ue, smaniosa negli ultimi anni di ricoprire il Governo di Kiev di miliardi di euro in armamenti e assistenza macrofinanziaria, nonostante l’evidente alto tasso di corruzione del Paese e il bassissimo rispetto dei diritti civili e religiosi confermati dall’Esecutivo del “presidente illegittimo” Volodymyr Zelenskyy. Per molto meno, giusto per fare un esempio, la stessa Ue ha minacciato per anni Paesi come la Polonia, l’Ungheria, la Slovacchia, (tutti membri dell’Ue) di bloccare i fondi europei attraverso lo strumento della condizionalità dello Stato di diritto.
Per l’Ucraina, invece, può valere il doppio standard dell’Ue che ha addirittura accelerato “la pratica” per l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea.
Sulla questione qualcuno dalle parti del Parlamento europeo ha, incredibilmente, dato un segno di vita come l’eurodeputato dei Conservatori e Riformisti europei, Fernand Kartheiser che ha evidenziato come l’ONU, Papa Francesco, il Consiglio ecumenico delle Chiese e diversi altri organismi hanno espresso la loro preoccupazione per la legge, “che ritengono violi la libertà di religione e rappresenti una minaccia per i diritti umani”.
Una punizione collettiva, insomma, per i fedeli della chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca che viola molte disposizioni sui diritti umani stabilite nelle convenzioni internazionali.
Sul tema, ovviamente, la Commissione Ue ha preferito glissare, ripetendo come un qualsiasi parrocchetto il refrain della solidarietà con il Governo di Kiev (rimarcato ieri anche dalla Presidente Giorgia Meloni).
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