Ucraina: altre armi dai Paesi Ue.
Armi, soldi e ancora armi. Sono questi, come rilevato negli ultimi 34 mesi, i principali argomenti alla base della collaborazione tra la sempre meno democratica Ue e l’Ucraina, nazione dall’alto tasso di corruzione, dallo scarso slancio riformista e guidata da un presidente illegittimo dal 24 maggio 2024 che, tecnicamente, non dovrebbe neanche essere titolato a ricevere i rappresentanti della diplomazia internazionale.
Questioni di opportunità di scarso interesse per i vertici Ue che, proprio ieri, hanno inviato una rappresentanza a Kiev per incontrare il Presidente illegittimo, Volodymyr Zelenskyy. A parlare di quali politiche? Nessuna, semplicemente si è parlato di rafforzamento della difesa aerea, forniture di nuovi proiettili di artiglieria prodotti in Ue (poi Putin sbaglia a voler colpire i Paesi membri…)
“È importante aumentare l’approvvigionamento di armi anche attraverso i ricavi da beni russi congelati”, recita un parte del solito monologo del presidente Zelenskyy. Attore al comando (illegittimamente) del Governo di Kiev che anche in questa occasione non ha mancato di rimarcare il “valore simbolico” della visita dei rappresentanti Ue proprio nel giorno dell’insediamento della Commissione von der Leyen: “Un inizio dei lavori così simbolico rispecchia le principali priorità dell’Europa”. Nulla di più vero: soltanto armi e soldi ormai.
Nel corso dell’incontro tra Zelenskyy, il presidente del Consiglio europeo António Costa, l’Alta rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas e la commissaria europea per l’allargamento Marta Koil, si è parlato anche del rafforzamento della politica sanzionatoria e dell’approvazione del prossimo pacchetto di sanzioni (inutili come riscontrabile negli ultimi 34 mesi) contro la Russia.
Zelenskyy che ha poi evidenziato (probabilmente senza alcuna intenzione) l’esigenza di chiudere le rotte della flotta petroliera russa in Ue, salvo poi dimenticarsi che proprio in Ue si fanno i maggiori profitti, tra importazioni dirette e tramite le triangolazioni di prodotti petroliferi dai Paesi Terzi: “Alcuni Paesi stanno già prendendo provvedimenti – secondo Zelenskyy -: sanzioni contro la flotta ombra di petroliere della Russia. Ciò deve essere sostenuto a livello UE. La flotta di petroliere fornisce a Putin la quota maggiore di entrate per fare la guerra”.
Zelenskyy ancora convinto che i partner europei e americani vogliano veramente scatenare la Terza Guerra Mondiale favorendo l’adesione dell’Ucraina alla NATO: “Questo dicembre e l’anno prossimo, dobbiamo fare il più possibile per far progredire i negoziati”.
Si è parlato anche di adesione dell’Ucraina all’Ue. Processo, ha dichiarato nell’occasione António Costa, che vede l’Ue particolarmente impegnata per far diventare il Paese “membro dell’UE il più rapidamente possibile”. Se poi mancherà il minimo spazio per le riforme in Ucraina, misure per la difesa dello Stato di diritto e un piano di seria lotta alla corruzione poco importa…
Costa ha poi continuato con il primo speech da Presidente del Consiglio europeo, anticipando l’intenzione dell’Ue di applicare il suo 15° pacchetto di sanzioni contro la Federazione Russa e confermando, ancora, una visione parziale e poco oggettiva delle motivazioni alla base del cambiamento della dottrina nucleare russa, condannando “le minacce nucleari e gli attacchi della Russia alle infrastrutture energetiche”, salvo poi “dimenticarsi” di condannare, con la stessa verve, la decisione dell’Amministrazione Biden, del Governo laburista britannico e del Parlamento europeo, di rimuovere la riserva per l’uso dei missili a lungo raggio contro la Russia. Elemento alla base del cambiamento voluto da Vladimir Putin.
Russia, ha aggiunto Costa, contro la quale Kiev potrà usare gli oltre 5,7 miliardi di euro provenienti dai beni russi congelati “per scopi militari”. E’ forse questa l’Ue che voleva erigersi a leader globale dei valori e della pace? Valutino i lettori e le lettrici.
foto https://www.president.gov.ua/en/news/peregovori-pro-vstup-do-yes-posilennya-ppo-ta-sankcij-rezult-94753