Turismo e dintorni, Federalberghi e Fipe Sardegna: “Fare chiarezza sui contratti di lavoro”.
Sono 40mila (poco più del 3 per cento della quota nazionale) i lavoratori sardi nel comparto turistico, occupati in 6.474 aziende in totale. Lo hanno precisato oggi Federalberghi e Fipe Sardegna, all’indomani della diffusione di cifre, secondo le due organizzazioni di categoria, “non rispondenti alla realtà in merito ai contratti di lavoro”.
Una replica nel merito dei fatti che, si spera, possa anche contrastare una certa disinformazione locale (alimentata dalla chiamiamola credulità di taluni operatori dell’informazione, sempre meno interessati all’approfondimento dei temi sui quali vanno a scrivere gli articoli). Nell’occasione, infatti, ci si è più sbilanciati verso la costruzione di una narrazione sulla base delle dichiarazioni espresse nel corso del sit-in davanti alla sede di Confindustria, in viale Colombo, nel corso della quale i principali sindacati dell’Isola hanno affermato che i contratti sono bloccati da 6 anni.
Da qui l’esigenza di mettere i puntini sulle i da parte delle principali associazioni di categoira dell’isola, ricordiamolo quelle che rappresentano chi da lavoro nell’Isola: “I lavoratori degli alberghi in tutta Italia per l’87% sono inquadrati con il contratto nazionale Federalberghi Confcommercio, che è stato rinnovato lo scorso mese, così come quello dei pubblici esercizi della Fipe-Confcommercio, cui fa riferimento circa il 6% degli assunti”, spiega il presidente regionale e vice presidente nazionale dell’associazione che riunisce gli albergatori, Paolo Manca. “Per il resto, circa il 4% dei lavoratori è assunto con il contratto Confesercenti, appena rinnovato, e solo il 3% dei lavoratori è assunto con il contratto Confindustria, ancora da rinnovare e per cui è stato indetto lo sciopero di ieri”.
Numeri che confermano l’esigenza di fare chiarezza e ricordare, secondo Manca, che i lavoratori senza rinnovo del contratto rappresentano una “minima parte” mentre le aziende rappresentate dalle due associazioni di categoria “stanno investendo sui propri collaboratori con il nuovo contratto nazionale”.
“I dati reali aiutano anche a difendere un’immagine della Sardegna turistica in salute, nonostante i mille ostacoli spesso burocratici che gli operatori devono affrontare, dalla disinformazione e dalle fake news su criticità create ad arte, che non fanno altro che danneggiare il nostro mercato e rendere meno appetibile la nostra destinazione rispetto alle altre”, conclude il presidente di Federalberghi.
“Fipe – aggiunge Emanuele Frongia, presidente regionale di FIPE Confcommercio – ha firmato il contratto nazionale con le sigle sindacali due mesi fa. Il futuro delle nostre aziende passa attraverso la certezza d questo rapporto e nessuno vuole lavorare fuori da questa copertura. Oggi – conclude – dobbiamo raccontare gli aspetti positivi di questa contrattazione e non fermarci solo a raccontare di chi, per vari motivi che non dipendono dalle nostre contrattazioni, sono rimasti fuori da questi passaggi”.
In una Isola dove regna ignoranza e invidia verso la classe imprenditoriale e, in generale, verso chi opera sostanzialmente per portare a casa il risultato, non sorprende, quindi, leggere continuamente su “certa stampa” (grazie a Dio non su tutte le testate) che solo “i lavoratori fanno parte di un settore fondamentale per l’economia isolana” e ancora che i lavoratori “sono coloro che garantiscono le vacanze di tutti i turisti”, mentre gli imprenditori e le imprenditrici, probabilmente per qualcuno/a mai uscito dal ‘paradigma della busta paga’, rappresentano un mero “fattore incidente” di sviluppo.
foto Sardegnagol, riproduzione riservata