Turismo, CST: Le attività connesse al turismo valgono 93 miliardi di euro
Sono state pubblicate le ultime stime del Conto Satellite del Turismo, strumento internazionalmente riconosciuto per la valutazione della dimensione economica dell’industria turistica, in quanto offre una rappresentazione congiunta del settore sia dal lato della domanda che dell’offerta. Numeri importanti, che se da un lato suscitano un forte senso di nostalgia per i dati pre-covid, possono costituire anche, per i più determinati, uno stimolo in più per la fase della ripresa.
Cifre che confermano in 137 euro la spesa giornaliera dei turisti in Italia, in 102 miliardi la spesa turistica degli italiani sul territorio nazionale e circa 93 miliardi il valore delle attività connesse al turismo.
Il consumo turistico interno, che si compone delle spese in contanti e i servizi ricevuti senza esborso monetario dai turisti, nel 2017 ammonta a 154 miliardi euro. La parte prevalente va attribuita ai turisti italiani, con il 66,5% del totale, mentre il turismo straniero rappresenta una quota pari al 33,5%.
Il flusso turistico raggiunge, nell’ambito di questa rilevazione, la considerevole cifra di 700 milioni di pernottamenti presso strutture ricettive varie o in case di parenti e amici, e si distribuisce equamente tra italiani e stranieri.
Le imprese che svolgono attività economiche riconducibili al turismo sono più di un milione, di cui il 90% ha fino a 4 addetti.
Il turismo internazionale, detto anche turismo inbound, rappresenta una parte rilevante della domanda turistica in Italia, incide infatti per il 33,5% sul totale della spesa interna per turismo. Nel 2017 i turisti stranieri hanno speso più di 51 miliardi di euro in Italia. Quasi il 50% di questo importo è stato destinato ad alloggio e ristorazione, mentre circa il 38% ha riguardato l’acquisto di prodotti connessi come shopping, acquisto di carburante o spesa per il trasporto pubblico locale. La componente inbound della domanda turistica è quella che registra l’aumento più consistente rispetto al 2015 (+7,4%) anno del precedente Conto Satellite del Turismo.
Il turismo domestico, che si compone della spesa domestica e delle altre componenti, pari a 102 miliardi di spesa nel 2017, rappresenta invece il 66,5% della spesa interna turistica.
Le spese per alloggio e ristorazione sono la componente principale di spesa anche per i turisti italiani (38,2%) ma l’incidenza del solo servizio ricettivo è molto inferiore rispetto a quanto rilevato per il turismo inbound.
Anche le spese di trasporto assorbono una quota importante (14,6%) del turismo domestico e tra le varie modalità quello aereo è il più rilevante (5,1%). Nel complesso il 12,3% della spesa è sostenuta dagli escursionisti, ovvero coloro che effettuano un viaggio senza pernottamento; all’interno di questa componente la quota più consistente di spesa riguarda lo shopping con il 37,5% del totale.
Oltre alle spese in denaro, il consumo turistico interno rilevato nel CST include anche le spese per viaggi di affari a carico dei datori di lavoro, il valore dei servizi resi dall’utilizzo per vacanza delle seconde case di proprietà e i consumi turistici sostenuti dalle amministrazioni pubbliche.
Il valore delle altre componenti, nel suo complesso, corrisponde al 22% del consumo interno complessivo (più di 34 miliardi di euro) di cui il 50% attribuibile al valore dei servizi abitativi delle seconde case di vacanza.
Considerando tutte le componenti (inbound, domestico e altre componenti) si giunge a un totale del consumo turistico interno nel 2017 pari a più di 154 miliardi di euro, in crescita del 5,5% rispetto a quanto rilevato nel CST del 2015.
Nel 2017, gli italiani hanno speso più di 37 miliardi di euro per viaggi all’estero. Il 93% di questo importo è stato sostenuto per viaggi con pernottamento, la cui spesa è destinata per il 75,0% ai prodotti tipicamente turistici, in particolare all’alloggio (32,1%) e alla ristorazione (14,2%).
Osservando il totale della spesa degli italiani, sia in Italia che all’estero, nel 2017 sono stati spesi per vacanze più di 105 miliardi di euro.
Il valore aggiunto turistico, derivante dalla sola quota turistica sia delle industrie strettamente turistiche, sia di tutte le altre che compongono l’intera economia, si attesta sui 93 miliardi di euro, con un aumento del 6,2% rispetto al 2015 e un peso del 6% sul valore aggiunto totale dell’Italia.
Le attività economiche che hanno maggiormente portato a questo risultato sono quelle caratteristiche del turismo (71,9%) in particolare il settore dell’alloggio e dei ristoranti e pubblici esercizi genera il 25,4% del valore aggiunto del turismo e l’utilizzo della casa di proprietà per motivi turistici con il 28,7%. Il restante è ripartito principalmente tra le attività di trasporto (8,1%) commercio al dettaglio di beni caratteristici del Paese (5,8% per shopping) e altre attività non specifiche del turismo (28,1%).
L’analisi per tipologia di prodotto evidenzia coefficienti turistici (definiti come la quota di produzione destinata alla domanda turistica) particolarmente elevati nel caso dei prodotti più caratteristici del turismo, quali i servizi ricettivi (98,7%), i servizi delle agenzie di viaggio e dei tour operator (99,3%) il trasporto aereo (99,5).
L’incidenza è molto alta anche per il trasporto marittimo e quello ferroviario (rispettivamente 86,3 e 69,6%) mentre è decisamente più contenuta per quei servizi in cui c’è maggiore commistione tra spesa turistica e non turistica come nel caso dei servizi di ristorazione (23,3%) e lo shopping (13,2%).