Tumori professionali: oltre 33mila negli ultimi 8 anni.

Tra il 2013 e il 2021, in UE sono stati ufficialmente riconosciuti complessivamente 33712 casi di tumori professionali, ovvero le neoplasie causate da fattori cancerogeni presenti nell’ambiente di lavoro.

Secondo le statistiche relative ai paesi dell’Unione europea, il cancro ai polmoni risulta essere il più frequente, con quasi 14mila casi diagnosticati nel periodo 2013-2021, seguito dal mesotelioma pleurico (provocato dall’amianto o asbesto) con 13530 casi, dal carcinoma della vescica (2416 casi), quello dei seni nasali (930) e della pelle (887).

Dati, denuncia l’eurodeputata del PPE, Stefania Zambelli, “spesso sottostimati e parziali, poiché implicano il fatto che la malattia venga riconosciuta, prima, e registrata, poi, come collegata all’attività lavorativa”.

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Una piaga che, per il commissario Nicolas Schmit, è mitigata dal piano europeo di lotta contro il cancro: “Sulla base della ricerca scientifica condotta dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), la Commissione costantemente fissa nuovi valori limite o rivede i valori limite esistenti per le sostanze che sono pertinenti ai fini della protezione dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni o mutageni – spiega l’esponente della Commissione von der Leyen -. La Commissione ha recentemente proposto un abbassamento significativo del valore limite per l’amianto e il piombo”.

Circa la criticità sollevata dall’eruodeputata italiana sulla ricerca e trattamento dei dati, ha ricordato Schmit, “l’Eurostat sta attualmente conducendo un progetto pilota di raccolta dei dati relativi alle malattie professionali riconosciute provenienti dalle autorità nazionali che vi partecipano su base volontaria, ossia la raccolta dei dati sulle statistiche europee delle malattie professionali (EODS). Eurostat pubblica tali dati sperimentali sul proprio sito web, in cui sono disponibili l’indice dell’UE delle malattie professionali e i profili per Paese. La raccolta dei dati contiene informazioni sulla professione della vittima (ISCO-08) e sul settore di attività economica dell’entità in cui la vittima ha lavorato (NACE Rev. 2)”.

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Foto Diana LeLardic, copyright European Parliament