Trasporti e visioni del futuro della Sardegna. “Prove di dialogo” Camere di commercio-Regione.
Un lavoro per orientare l’azione della Regione Sardegna sulle infrastrutture e i trasporti. Questa, in breve sintesi, potrebbe essere la definizione più neutrale dell’ultimo Libro bianco sulle priorità infrastrutturali della Sardegna presentato oggi alla Camera di Commercio di Cagliari. Atto dovuto, come ricordato in apertura dal presidente dell’ente camerale Maurizio De Pascale, per rafforzare il dialogo e offrire il contributo sul programma per le infrastrutture: “Se manca la cooperazione tra la Regione e i corpi intermedi non si va avanti. Spero che questo di oggi possa esssere il primo tavolo per affrontare il problema”.
Di fatto, però, si è trattato di una “prima” dove l’Esecutivo Todde ha messo in chiaro, attraverso l’assessore ai Lavori Pubblici, Antonio Piu, l’esigenza di andare oltre la narrazione sulle “best practices” e di risolvere il problema della mobilità dei sardi/e, nonché di prendere tempo sul progetto di creazione di una rete aeroportuale sarda. “Nell’Isola le strade sono vetuste e se dobbiamo prendere un aereo tutto è più complesso. Unire gli areoporti in una rete regionale rappresenta una strategia giusta e dobbiamo farlo all’interno di un tavolo e con un piano industriale strutturato con una forte valenza sociale e partire dalle storture del sistema sardo. Oppure si può continuare ad essere autoreferenziali”.
Tradotto, l’Esecutivo vuole prendere tempo per guardare “le carte” e, nel frattempo ribadire che la Regione non può essere estromessa dalla presunta nuova rete aeroportuale sarda.
Un tema, la cosiddetta “fusione” dei tre aeroporti sardi, apprezzata da molti, anche in assenza di un Piano Regionale dei Trasporti che, nell’isola, manca dal 1997. Una singolare mancanza, che potrebbe aver rafforzato le tesi dei cosiddetti “detrattori” del progetto di unificazione dei 3 aeroporti dell’Isola, o meglio dei “sacerdoti che non hanno fatto il seminario” come definiti oggi dal Presidente Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna, Massimo Deiana.
Progetto, come risaputo, difeso a spada tratta sia dal numero uno della Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna, per il quale “è incomprensibile il posizionamento ideologico contro la rete aeroportuale” che dalla professoressa dell’Università di Bologna, Anna Masutti: “Solo una struttura di gestione forte – spiega l’accademica – può far fronte alle complessità del sistema aeroportuale sardo. L’idea della Rete Aeroportuale nasce nel 2019 e se è stata adottatta da 151 Paesi su 193 aderenti all’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile qualcosa vorrà pur dire. Le stesse spese operative per passeggero/a sostenute dei gestori dentro le reti aeroportuali – prosegue – sono pari a 5,54 dollari, contro i 10,54 degli aeroporti non organizzati in rete, mentre il costo capitale per passeggero risulta essere, rispettivamente, di 2,07 dollari e 6 dollari”.
Insomma, secondo la narrazione condivisa oggi – mancavano però i cosiddetti “detrattori” per usare un eufemismo -, le reti unificate aeroportuali portano a superare le inefficenze, ridurre i costi dei servizi, incrementare i traffici, favorire economie di scala e di scopo, aumentare i ricavi aviation e non aviation, diversificare i servizi e sostenere una crescita integrata degli aeroporti.
Reti, va ricordato, che possono essere create solo attraverso uno strumento giuridico, come ricordato da una legge della Regione Puglia, o attraverso operazioni di natura societaria come parrebbe essere al momento l’idea che si sta covando nell’Isola.
Non sono mancati poi gli interventi dei responsabili in Sardegna di Anas, Uniontrasporti e RFI, per i quali il dialogo con la Regione Sardegna è imprescindibile sul fronte delle infrastrutture: “Il libro bianco presentato oggi – spiega Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti – rappresenta una proposta sulle esigenze infrastrutturali, coinvolgere le imprese, associazioni e consolidare la collaborazione con la Regione”. “Sono arrivato in Sardegna nel 2019 – ha aggiunto Francesco Ruocco di Anas – e ad oggi abbiamo quadruplicato l’impegno dell’Azienda in Sardegna, passando da 38 a 116 milioni frutto anche del lavoro sinergico con la Regione Sardegna”.
Isola, però, che continua, giusto per citare qualche dato, ad avere solo 50 km di ferrovia a doppio binario, sulle 427 attualmente attive, 9200 km di strade (solo il 36% gestito da Anas) che nelle varie province della Sardegna lasciano molto a desiderare in termini di sicurezza e percorribilità. Senza contare i cosiddetti problemi legati al noto fenomeno di stagionalità del traffico aeroportuale nell’Isola che se da una parte può accendere l’entusiasmo per qualcuno/a per il trend dell’overtourism, dall’altro, visto l’attuale mercato delle tariffe, pone notevoli difficoltà alla mobilità dei cittadini/e sardi/e per motivi di lavoro, studio e salute. Stagionalità, come ricordato anche dal capo di gabinetto dell’Assessorato ai Trasporti, che mette a dura prova anche il semplice trasporto di animali: “In estate gli armatori non riescono a mettere insieme viaggiatori e la movimentazione degli animali”.
Piccoli dettagli che la dicono lunga su dove si debba puntare per affrontare, con visione e senso di servizio pubblico, gli atavici problemi di mobilità dei cittadini e delle imprese dell’Isola.
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