Trasporti, 25 milioni per i vettori aerei.

Con 25 milioni di euro (e senza una strategia di lungo periodo) la Giunta regionale mira al potenziamento del traffico aereo della Sardegna, attravero la concessione di aiuti ai vettori per l’attivazione di nuovi collegamenti da e per i tre aeroporti sardi.

Il provvedimento, spiegano dall’Assessorato regionale ai Trasporti, sarà finanziato con 5 milioni di euro per il 2023 e 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025, risorse ricavate dai ribassi d’asta delle gare della continuità territoriale.

Un annuncio rimarcato con i soliti toni messianici da parte del Governatore “in scadenza” Christian Solinas: “È un disegno di legge innovativo e strategico con il quale prende forma il modello sardo di continuità territoriale che stiamo costruendo”. Statement particolarmente credibile quando mancano pochi mesi alla fine del mandato. Meglio tardi che mai, direbbe qualcuno/a!

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A fare il verso del Presidente l’assessore Moro: “La finalità principale del disegno di legge è di migliorare la connettività della Sardegna e la mobilità dei cittadini dell’Unione europea con nuove rotte che favoriscano anche la destagionalizzazione delle presenze turistiche e la connessione con il mercato croceristico”.

Secondo quanto prevede il disegno di legge, gli aiuti ai vettori potranno essere concessi fino a un massimo del 50 per cento dei costi aeroportuali sostenuti per le rotte. Dovranno essere soddisfatti alcuni criteri: la rotta dovrà promuovere l’aumento del volume del traffico dei passeggeri; gli aiuti non dovranno determinare il trasferimento di passeggeri da una compagnia all’altra; gli aiuti non si potranno cumulare con altri presenti sulla stessa rotta, o rotta comparabile, come ad esempio obblighi di servizio pubblico o altri finanziamenti che coprono gli stessi costi ma erogati da altri Stati; gli aiuti potrano essere concessi solo se il servizio aereo proposto non è già operato tra i due aeroporti della rotta.

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Nel frattempo nell’isola dei “grandi interventi in scadenza” non si riescono a movimentare neanche i bovini per via della cronica carenza di posti sulle navi.