Torna il “festival della suspense” Florinas in Giallo.

In attesa della XV edizione, che si svolgerà a Florinas dal 29 agosto al 1° settembre, Florinas in Giallo, il festival letterario a più alto tasso di suspense di tutta la Sardegna, scalda i motori con tre appuntamenti. Si inizia il 14 giugno (piazza del Popolo, 19:30) con la prima presentazione in Sardegna di “Mantene s’odiu” (Edizioni Piemme), nuovo, attesissimo poliziesco di Elias Mandreu, che segna il ritorno in libreria del collettivo nuorese già autore dei romanzi “Nero Riflesso” e Dopotutto” e coautore dei racconti contenuti nell’antologia “Giallo Sardo”.

Elias Mandreu – all’anagrafe Andrea Pusceddu, Mauro Pusceddu, Eugenio Annicchiarico – sarà ospite del festival organizzato da Comune di Florinas e Associazione Itinerandia con la direzione artistica delle librerie Cyrano e Azuni, per dialogare con Ignazio Caruso della prima indagine del maresciallo Stankovic, un nuovo, irresistibile eroe poliziesco, mandato in Sardegna per punizione e “incapace di stare lontano dai guai, tormentato dal suo passato, destinato a innamorarsi di donne di grande fascino e intelligenza e a pentirsene”.

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Nella sua prima indagine, Stankovic si troverà alle prese con un rompicapo ambientato in un paesino della Barbagia, che prende avvio dall’omicidio della figlia di un noto imprenditore locale, proprietario dei club più esclusivi della Costa Smeralda. 

Le anteprime di Florinas in Giallo proseguono poi il 21 giugno ad Alghero (Villa Mosca, 19:00) e il 22 Sassari (Padiglione Tavolara, 18:00) con un doppio incontro con il giornalista e scrittore Concetto Vecchio. Si passa dalla fiction alla realtà, dagli omicidi letterari a quelli reali, perché la vocazione di Florinas in Giallo è da sempre l’attenzione, oltre che ai romanzi, ai crimini e ai misteri italiani. Autorevole quirinalista, al festival Concetto Vecchio dialogherà del suo nuovo saggio, “Io vi accuso. Giacomo Matteotti e noi” (Utet), scritto nel centenario della morte del leader socialista assassinato da una squadra fascista il 10 giugno 1924, con il giornalista Costantino Cossu. Come si legge nella quarta di copertina: “Nel suo paese natale, Fratta Polesine, Giacomo Matteotti, ucciso dal fascismo, è stato per oltre sessant’anni ricordato con una iscrizione censurata. Nel 1950, con Mario Scelba ministro dell’Interno, non fu permesso di scrivere che “senza pace attende il giorno della giustizia riparatrice”. Solo da un decennio la frase è riapparsa in piazza, ma quel desiderio di giustizia resta in attesa, perché nell’Italia repubblicana Matteotti è ancora solo il nome di una via. E invece la sua vita, per noi oggi, è più importante della sua morte. Per questo Concetto Vecchio si è messo sulle sue tracce, leggendo le carte degli interventi parlamentari e le lettere d’amore alla moglie Velia, ma anche viaggiando attraverso l’Italia, dalla casa natale nel Polesine alla tomba, dal palazzo del quartiere Flaminio da cui uscì per l’ultima volta alle aule del parlamento in cui viene discussa la proposta di Liliana Segre per le celebrazioni del centenario della morte. In questa vera e propria inchiesta giornalistica emerge il ritratto psicologico di un uomo intransigente, risoluto, ma anche inquieto, modernissimo, dalla parte degli ultimi, che affronta Benito Mussolini a viso aperto”.

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