Tifoserie ed eventi sportivi: crescono le infiltrazioni della criminalità organizzata.

Il crescente coinvolgimento delle organizzazioni criminali negli eventi sportivi solleva serie preoccupazioni sulla integrità dello sport europeo. Gli eventi recenti in Italia, dove recentemente è stato rinvenuto il cosiddetto arsenale, fatto di bombe e kalashnikov, della curva nord interista, ricordano con particolare puntualità come le curve e gli stadi siano da tempo consolidati territori per attività mafiose e criminali, evidenziando un problema trasversale che minaccia il valore culturale e sociale dello sport.

Una realtà di fatto citata in un provvedimento presentato al Parlamento europe, firmato dagli eurodeputati del gruppo la Sinistra, Giuseppe Antoci e Carolina Morace: “Inchieste recenti hanno rivelato un’estesa infiltrazione dei gruppi criminali attraverso il match-fixing e le scommesse illegali, nonché con l’aggiudicazione di appalti relativi ad eventi sportivi o alla gestione di impianti, inclusa la gestione dei parcheggi durante grandi eventi come le Olimpiadi 2026 e i grandi incontri calcistici europei. Tutto ciò – dichiarano i due esponenti parlamentari – ha evidenziato una pericolosa commistione tra sport e attività illecite che rischia di compromettere la sicurezza e la regolarità di questi eventi”.

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Al momento, guardando l’attuale impianto europeo, uno dei capisaldi della lotta alla corruzione nello sport è rappresentato dalla convenzione del Consiglio d’Europa sulla manipolazione delle competizioni sportive e dalla raccomandazione CM/Rec(2018)12 per la promozione della “good governance in sport”, sollecitando gli Stati membri ad applicare una tolleranza zero verso la corruzione.

Premesse per chiedere alla Commissione Ue di riferire sulla possibilità, o meno, di promuovere azioni e misure penali mirate al contrasto della criminialità organizzata negli eventi sportivi e per facilitare un migliore coordinamento tra forze dell’ordine, organi giudiziari, enti sportivi e società sportive a livello europeo.

Ma, vista la tematica, non dovrebbe sorprendere nelle prossime settimane commentare l’ennesimo “limite di competenza” da parte della Commissione europea.

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