Terrorismo internazionale. In corso l’operazione “Lone Wolf”. Misura cautelare per un 50enne residente in Sardegna.
Stamattina, la Polizia di Stato di Cagliari ha eseguito la misura cautelare del divieto di espatrio nei confronti di un 50enne incensurato, originario e residente in Sardegna. L’uomo, come emerso nel corso delle indagini condotte dalla DIGOS di Cagliari e la Direzione Antiterrorismo della Procura di Cagliari, è indagato per il reato di arruolamento e addestramento con finalità di terrorismo, per aver compiuto atti di combattimento nel conflitto armato sviluppatosi nel territorio del Donbass (Ucraina Orientale) a fianco delle milizie filo-russe e contro l’esercito Ucraino.
L’indagine, iniziata un anno fa, ha preso avvio dalla sistematica attività informativa e preventiva finalizzata alla raccolta, analisi e trasmissione di dati informativi concernenti i recenti sviluppi del conflitto armato in atto nelle regioni del Donbass dell’Ucraina orientale e che contrappone il governo ucraino ai separatisti filo-russi del bacino del Donec, fondatori delle repubbliche secessioniste di Donetsk e di Lugansk. L’interesse degli investigatori della Polizia di Stato, in particolare, si è concentrato su alcuni cittadini italiani combattenti nelle formazioni armate filo-russe e ha consentito di accertare, per diversi periodi, dal 2015 al 2019, la presenza dell’indagato nei territori della Repubblica indipendentista del Donbass e la sua partecipazione al conflitto armato.
Dall’attività di indagine è emerso l’atteggiamento dell’indagato schivo e guardingo ed è stato appurato che lo stesso trascorresse la maggior parte delle giornate navigando sul web, attraverso cui incrementava il proprio bagaglio conoscitivo sulla realtà politica e militare in Donbass, nonché su tecniche riguardanti l’auto addestramento militare.
I poliziotti della DIGOS, grazie agli accertamenti compiuti sui conti correnti bancari del 50enne, hanno anche riscontrato numerose transazioni effettuate presso i territori della Repubblica Popolare di Doneck, tramite i circuiti “money transfert”.
Già nell’agosto dello scorso anno, quando l’indagato aveva palesato l’intenzione di lasciare in breve tempo la Sardegna per raggiungere con tutta probabilità i territori del Donbass, gli investigatori della DIGOS, in occasione di una perquisizione delegata dall’Autorità Giudiziaria presso l’abitazione dell’indagato, avevano rinvenuto e sequestrato materiale informatico la cui analisi aveva restituito immagini, video e documenti che avevano confermato la sua militanza nelle truppe filo-russe. Dall’analisi dei dispositivi sequestrati è emersa altresì una cospicua quantità di materiale sull’addestramento militare e fin sulle più svariate tecniche impiegate nei conflitti bellici: tecniche di sopravvivenza, di gestione dello stress da combattimento, tecniche di orientamento e di cartografia; perfino un manuale sull’uso dei fucili d’assalto, dei mortai e sull’addestramento dei cecchini nell’utilizzo dei fucili di precisione. Per questo, a novembre dello stesso anno, visti gli ennesimi segnali circa la sua partenza, era arrivato per l’indagato anche il provvedimento del sequestro preventivo del passaporto.