Tempi duri per Todde e soci. Pure la Consulta boccia il referendum “incomprensibile”.

Mai una buona notizia per Todde e soci. Con la bocciatura del referendum abrogativo sull’Autonomia differenziata delle Regioni promosso dalle regioni “ribelli” sfuma, così, anche l’occasione per risollevarsi anche agli occhi della sempre più acritica e sparuta base di sostenitori e alleati.

Tra i punti specifici, concreti e oggettivi di incongruenza costituzionale individuati dalla Corte Costituzionale c’è quello che riguarda l’aggancio al carro della autonomia differenziata delle Regioni a statuto speciale, le quali, ha evidenziato la Corte, hanno un altro strumento per far evolvere la loro autonomia: la riforma dei rispettivi statuti con legge costituzionale.

La Legge Calderoli, quindi, va avanti, rinsaldata dalla vittoria certificata, ieri, dalla Corte Costituzionale. Nessun dubbio, quindi, che si dovranno rivedere i principi generali dell’autonomia nelle regioni italiane.

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Un brutto colpo, si diceva in premessa, per la Governatrice decaduta che, proprio ieri, attraverso una delle poche note che ormai arrivano (il momento d’altronde consiglia il basso profilo) ha detto che si “continuerà a lottare per la Sardegna e per ciò che le spetta”, lanciandosi nella solita (quanto stucchevole) diatriba con il presidente della regione Veneto. Prepariamo il trucco alla “Mel Gibson”…

Sul tema, ma in ritardo, anche il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini. Dopo aver speso “parole dolci” ieri per il primo anno di mandato in Consiglio regionale, il presidente è tornato sull’argomento Autonomia differenziata. Per il numero uno dell’Aula, la bocciatura del referendum da parte della Corte Costituzionale non cambia le cose. Meglio sminuire la “sbruncata”, quindi. Chissà, però, quali dichiarazioni oggi sarebbero state condivise in caso contrario… questioni di equilibrio!

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Aspetto che contrasta, però, con la dichiarazione odierna di Comandini che, dopo aver sminuito strumentalmente la decisione della Consulta, ha condiviso l’esigenza di procedere a una analisi del nuovo scenario: “Ora è il momento – ha dichiarato il Presidente – di fare una profonda riflessione per capire il ruolo delle Regioni, dell’Autonomia, il significato della specialità. Auspico che tutte le Regioni percorrano una strada comune per il bene del nostro Paese. Non è più tempo di “fughe in avanti” ragioniamo insieme per dare la stessa dignità ai nostri territori”.

Tempi duri e “mai una gioia” per il fallimentare (e vulnerabile) Governo di centrosinistra isolano. Privo sempre più di appigli e credibilità.

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