Stop alle discoteche, Dario Giagoni: “L’Italia non è un Paese per giovani”.

Il nuovo inasprimento delle regole introdotto dalle ultime disposizioni del Ministero della Salute, con l’ormai noto divieto d’apertura dei locali da ballo, sta nuovamente alimentando la polarizzazione dell’opinione pubblica nel nostro Paese.

In Sardegna, all’interno del coro dei detrattori dell’azione governativa, si è fatta sentire la Lega Nord, attraverso le parole del capogruppo in Consiglio regionale, Dario Giagoni, per il quale il Governo sarebbe alla ricerca di un capro espiatorio per giustificare la propria inerzia: “Aperture e chiusure in un valzer sin troppo spesso caotico e disorganizzato, in un contesto nel quale si parte alla volta della caccia all’untore quando fa più comodo, alternandolo poi a una disinvoltura spiazzante a seconda di chi ne è vittima”.

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Una chiusura che colpirà le già compromesse attività estive per l’esponente leghista: “Chiudere i locali, potrebbe avere un effetto negativo visto e considerato che l’estate non è certamente volta al termine e la presenza di ragazzi in giro nelle nostre coste rischia di riversarsi in luoghi dove il controllo è inesistente o in piazze pubbliche dove i controlli teoricamente ci sono ma non possono essere garantiti con assiduità dalle nostre forze dell’ordine e dalla polizia locale, che già compiono uno sforzo immane nonostante siano spesso e volentieri sotto organico”.

A conclusione del suo intervento il capogruppo della Lega ha criticato l’inasprimento delle norme da parte del Ministero della Salute, alla luce della gestione degli sbarchi dei migranti nel Sud Sardegna: “I migranti arrivano indisturbati nelle coste del Sulcis e vengono riversati nel CPA di Monastir che ha sempre più l’aspetto di una bomba a orologeria pronta ad esplodere tra le proteste di primi cittadini, sindacati e operatori nella più totale indifferenza di Roma che pensa a colpevolizzare i nostri giovani colpevoli solo di sentir la necessità di socializzare e vivere”.

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