Stipendi più alti nelle aziende che registrano i propri marchi.
Le industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale creano oltre 81 milioni di posti di lavoro nell’UE e pagano stipendi migliori, generando quasi quattro posti di lavoro su 10 negli Stati membri. A dirlo l’ultima indagine dell’EUIPO, l’Ufficio dell’UE per la Proprietà Intellettuale secondo il quale il contributo di questo segmento di imprese in termini di PIL ammonta al 47 % per un valore di 6 400 miliardi di euro, originando oltre l’80 % delle importazioni e delle esportazioni dell’UE, producendo un avanzo commerciale di 224 miliardi di euro e contribuendo a mantenere un equilibrio positivo tra il commercio dell’UE e il resto del mondo.
“L’Europa e l’innovazione vanno di pari passo e le imprese che sfruttano la loro proprietà intellettuale stanno riscontrando evidenti benefici, contribuendo nel contempo al funzionamento del mercato interno dell’UE – ha dichiarato il direttore esecutivo dell’EUIPO, Christian Archambeau -. Lo studio mostra che, rafforzando l’ecosistema della proprietà intellettuale in Europa, rafforziamo l’economia. Le industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale sono una forza trainante per l’occupazione e il commercio e possono sostenere l’Europa nel suo percorso verso la ripresa economica e la transizione verde”.
I dati dell’edizione del 2022 mostrano che il contributo dei settori ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale all’economia dell’UE è al suo livello più elevato sin dal periodo 2008-2010 sotto ogni aspetto, come: creazione di posti di lavoro, PIL ed esportazione di prodotti e servizi. Le industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale acquisiscono sempre più importanza per l’economia dell’UE.
Queste industrie danno lavoro a più di 61 milioni di persone nell’UE e ulteriori 20 milioni di posti di lavoro nelle industrie che forniscono beni e servizi alle industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale. Inoltre, i loro salari sono significativamente più alti rispetto agli altri, con un premio salariale del 41 %.
Lo studio mostra inoltre che, tra le industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale, il peso delle industrie impegnate nello sviluppo di tecnologie di mitigazione dei cambiamenti climatici (CCMT) e relative ai marchi verdi, molte delle quali riguardanti l’energia e i trasporti, è incrementato negli ultimi anni. I settori ad alta intensità di brevetti CCMT o marchi verdi rappresentano il 14 % del PIL nell’UE, il 9,3 % dell’occupazione e gran parte dell’attività del commercio estero dell’UE.
Nel complesso, circa una domanda di brevetto europeo su 10 presentata da richiedenti dell’UE riguardava tecnologie di mitigazione dei cambiamenti climatici volte a ridurre o prevenire le emissioni di gas a effetto serra. I marchi verdi depositati da imprese con sede nell’UE rappresentano una quota simile di tutte le domande di marchio dell’Unione europea nel 2021.
Le industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale costituiscono la spina dorsale del mercato unico dell’UE, in quanto rappresentano oltre il 75 % degli scambi commerciali all’interno dell’UE.
Costituiscono inoltre un importante fattore alla base della creazione di posti di lavoro transfrontalieri, poiché quasi 7 milioni di posti di lavoro nei paesi dell’UE sono creati da imprese di altri Stati membri, con una percentuale di tali posti nelle industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale superiore al 30 % in alcuni paesi.
Mentre Paesi come Germania, Francia, Italia o Paesi Bassi sono leader nella creazione di nuovi diritti di proprietà intellettuale, anche altri come Repubblica ceca, Ungheria, Polonia o Estonia beneficiano fortemente della divisione del lavoro all’interno delle industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale.