Stipendi, in Italia aumentano solo quelli dei dipendenti pubblici.
In un Paese poco equo e dove la classe imprenditoriale e quella dei liberi professionisti è costantemente vessata, non dovrebbe sorprendere l’aumento (l’ennesimo) per alcune categorie di dipendenti pubblici.
Una battaglia tra poveri, tutto sommato sempre meno avvincente, come ci ricorda oggi la firma definitiva del CCNL Funzioni Centrali 22-24 che porterà oltre 165 euro medi mensili di aumento per 13 mensilità (corrispondente al 6% dello stipendio) ai circa 195mila dipendenti ministeriali, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. Un aumento, in soldoni, che consente il riconoscimento di circa mille euro di arretrati medi fino a dicembre 2024 e che certifica l’inequità verso i lavoratori di questo Paese.
Sottoscrizione, invece, che “rappresenta un passo in avanti nel percorso di miglioramento della Pubblica Amministrazione” secondo il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo. Ma sì. Paghiamoli di più i dipendenti statali e continuiamo a vessare chi produce reddito in questo Paese!
Prevista poi, in via sperimentale, la settimana corta con la possibilità di concentrare le 36 ore settimanali in quattro giorni. Nel frattempo, il Paese può continuare a perdere competitività “mantenendo inalterata l’efficienza dei servizi pubblici”. Una sentenza!
Il contratto, infine, prevede modifiche alle posizioni organizzative con l’introduzione del diritto all’incarico per i funzionari con più di 8 anni di servizio, e norme specifiche sull’age management al fine di valorizzare l’esperienza dei senior attraverso il mentoring verso i più giovani e attivare il reverse mentoring dei giovani verso i senior, in particolare per le competenze digitali e i social media. Ai dipendenti over 60, introdotte 2 ore aggiuntive di permesso annuo per visite, terapie ed esami diagnostici. Tutto per il benessere dei dipendenti pubblici…
foto Governo.it