Stickers, Pedopornografia e Cyberbullismo. L’azione del CNCPO

“Il ritmo frenetico delle innovazioni tecnologiche e dei nuovi mezzi di comunicazione, conseguenti alla diffusione di Internet su larga scala e, in particolare, la progressiva diffusione di smartphones e tablets tra i minori, sono solo alcuni degli elementi che agevolano le forme di aggressione in rete verso l’infanzia e l’adolescenza, determinando, di conseguenza, un notevole incremento non solo di reati che vedono coinvolti i minori online, quali la pornografia minorile e il cyberbullismo, ma anche della diffusione di altre forme di aggressione nei loro confronti, come le condotte autolesioniste, le c.d. challenges, come la tristemente nota Blue Whale e il Binge Drinking”. Questo l’intervento della Questura di Cagliari durante la presentazione dei risultati raggiunti nel corso del 2019 dall’attività investigativa della Polizia Postale e delle Comunicazioni. 

Nuove sfide che richiedono una sempre maggiore condivisione di nuove tecniche d’indagine e buone pratiche in materia in ambito internazionale, essendo il web, nonché tutte le comunità virtuali, un mondo in assenza di confini, sovranazionale. Nel corso degli anni questa nuova cooperazione internazionale  ha visto la creazione del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) tramite EUROPOL e INTERPOL, sia con paesi dell’UE, sia extraeuropei.

LEGGI ANCHE:  Firmano il contratto i primi 232 medici assunti dalla Regione Sardegna.

In tale contesto, di assoluto rilievo risulta il ruolo svolto dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, in particolare, nell’ambito dei reati relativi allo sfruttamento sessuale dei minori online. Nell’anno in corso sono state indagate 650 persone.
Le indagini relative al fenomeno dell’adescamento di minori online, invece, hanno consentito di indagare 180 soggetti.
Tra le citate attività di polizia giudiziaria, sono state eseguite 8 operazioni di particolare rilievo, condotte dagli Uffici territoriali della Specialità e coordinate dal Centro, alcune delle quali svolte in modalità sotto copertura online e scaturite da segnalazioni pervenute nell’ambito dell’attività di cooperazione internazionale svolta dal C.N.C.P.O. che, complessivamente, hanno consentito di indagare in stato di libertà 151 soggetti.

LEGGI ANCHE:  Nuova programmazione UE. Quali nuove azioni contro il bullismo?

Un fenomeno particolarmente insidioso che ha fatto breccia tra giovani e giovanissimi è rappresentato dagli stickers, fenomeno in crescente diffusione, che consiste nella condivisione, sulle piattaforme di messaggistica istantanea, di adesivi digitali gratuiti, a contenuto offensivo, violento, discriminatorio, antisemita, nonché pedopornografico.
Le piattaforme di messaggistica istantanea hanno offerto agli utenti la possibilità di utilizzare, accanto a emoji (simboli pittografici, simili agli emoticon e utilizzati negli SMS, nelle e-mail, nonché nei social) pacchetti di stickers messi a disposizione dai sistemi di messaggistica istantanea che offrono la possibilità di crearne di personalizzati e modificati ricavandoli da fotografie reali, tramite diverse “Applicazioni” gratuite, disponibili per IOS e Android.
Negli ultimi tempi, questo tipo di servizio sta ricevendo il consenso degli utenti preadolescenti e adolescenti, i quali, tuttavia, spesso ne fanno un uso improprio, diffondendo adesivi digitali dai contenuti illeciti, pedopornografici, xenofobi, discriminatori, esponendosi a responsabilità penali relative alla diffusione e divulgazione di materiale pedopornografico.
Attualmente sono stati rilevati 7 casi di stickers, con altrettanti minori indagati per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico.

LEGGI ANCHE:  Hate speech e cyberbullismo: intesa LND e Corecom.

Inoltre, tra le indagini più significative avviate direttamente dal C.N.C.P.O., nell’ambito dei reati di sfruttamento sessuale dei minori, si segnala una complessa operazione, svolta in modalità sotto copertura online nelle Dark Net, che ha consentito di trarre in arresto un 60enne per detenzione di materiale di sfruttamento sessuale dei minori, aggravato dall’ingente quantità, dall’utilizzo di mezzi di anonimizzazione e criptazione, nonché dalla particolare violenza di alcune immagini rinvenute, raffiguranti abusi sessuali su minori anche in tenerissima età. L’uomo è risultato di particolare interesse, anche a livello internazionale, per i ruoli di amministratore e moderatore che nel tempo ha ricoperto nelle comunità virtuali pedofile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *