Stato di diritto presunto e corruzione, Gunnar Beck: “L’Ue aumenta sostegno in Ucraina”.

Nonostante le evidenti pecche nello stato ucraino, dove la corruzione si mantiene a livelli alti e dove è sempre più evidente il deterioramento dello Stato di diritto, l’Unione europea ha deciso di aumentare lo strumento per l’Ucraina per ulteriori 50 miliardi di euro. Iniziativa motivata, secondo la Commissione Ue, dalla presunta serie di riforme messe in atto dal governo di Kiev.

A ribadire l’insensatezza delle motivazioni alla base dell’incremento dell’assistenza macrofinanziaria verso l’Ucraina, è stato l’eurodeputato del gruppo Identità e Democrazia, Gunnar Beck: “Alla conferenza National Media Talk tenutasi in Ucraina il 12 e 13 ottobre a Kiev, il presidente Zelenskyy ha invitato i giornalisti a non riferire sulla corruzione, sollevando una serie di preoccupazioni circa l’indipendenza dei media e la libertà di parola, che dovrebbero essere pilastri fondamentali dello Stato di diritto in Europa”.

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Da qui la richiesta all’illuminato esecutivo von der Leyen circa le misure anticorruzione e antifrode verso l’Ucraina e la sicurezza verso gli operatori dell’informazione che, come confermato dal portale ucraino Myrotvorets.center, è messa pubblicamente a repentaglio.

Facile e prevedibile la risposta della Commissione europea, incapace di procedere verso un reale monitoraggio in materia di Stato di diritto: “L’assistenza finanziaria dell’UE all’Ucraina viene fornita in conformità con gli accordi consolidati e procedure di controllo finanziario aziendale. Il regolamento finanziario dell’UE è il punto principale riferimento per i principi e le procedure che disciplinano l’istituzione, l’attuazione e la controllo del bilancio dell’UE. La proposta dello strumento per l’Ucraina – si legge nella nota del commissario Várhelyi – include un audit completo e un quadro di controllo volto a garantire la tutela degli interessi finanziari dell’UE, tenendo conto conto delle dimensioni e della portata senza precedenti dello strumento. Dalla sua parte l’Ucraina è tenuta ad aggiornare i sistemi di audit e controllo interno. Allo stesso tempo, un organo di controllo indipendente stabilisce l’eventuale cattiva gestione dei fondi UE. Tali disposizioni saranno rese vincolanti per l’Ucraina attraverso un futuro accordo quadro firmato con il governo dell’Ucraina, come precondizione per lo sblocco dei fondi nell’ambito del Facilità”.

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“Per quanto riguarda la libertà di espressione in Ucraina, il rapporto sul Paese, preparato come parte del rapporto sull’allargamento del 2023, rileva che l’Ucraina ha compiuto buoni progressi nel rafforzamento della propria legislazione, in particolare con l’adozione della legge sui media nel dicembre 2022. Secondo l’ultima classifica globale sulla libertà dei media stilata da Reporter senza frontiere, l’Ucraina ha migliorato di 27 posizioni, passando dal 106° al 79° posto”.

Insomma, niente male per un Paese ‘democratico’ che lotta contro la tirannia. Praticamente una nazione dove la libertà di stampa è dietro la Guinea Bissau e prima dell’Ecuador. Se non sono queste le solite paraculate contenute nelle narrazioni della Commissione von der Leyen…

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