Stato di diritto: il PE chiede il congelamento dei finanziamenti UE all’Ungheria.
In una risoluzione, non legislativa, approvata con 416 voti favorevoli, 124 contrari e 33 astensioni, i deputati europei hanno ribadito che le 17 misure correttive dell’Ungheria concordate dalla Commissione “non sono sufficienti ad affrontare il rischio sistemico per gli interessi finanziari dell’UE”.
Da qui la richiesta del Parlamento europeo alla Commissione e al Consiglio per procedere con l’applicazione delle misure di condizionalità dello Stato di diritto per sospendere i fondi di coesione UE destinati all’Ungheria.
I deputati, in particolare, hanno esortato il Consiglio ad adottare le misure contenute nel regolamento sulla condizionalità “al fine di proteggere il bilancio UE dalle violazioni dei principi dello Stato di diritto in Ungheria” e a revocarle solo dopo che le misure correttive dell’Ungheria avranno avuto un effetto duraturo.
Il Parlamento europeo, inoltre, ha stigmatizzato il notevole ritardo nell’erogazione dei fondi del Piano di ripresa e resilienza dell’Ungheria (PNRR). Risorse non ancora arrivate al popolo ungherese a causa delle azioni del Governo Orban. Secondo il PE, i fondi UE in Ungheria sono ancora a rischio di uso improprio e la Commissione non dovrebbe approvare il PNRR del Paese finché non si sarà pienamente conformato a tutte le raccomandazioni sullo Stato di diritto, oltre che a tutte le pertinenti sentenze della Corte dell’UE e della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Infine, i deputati, nella risoluzione, hanno lamentano che la proposta di attivare il regolamento sulla condizionalità contro l’Ungheria non è stata sufficientemente tempestiva e ambiziosa.
Il 18 settembre, come noto, la Commissione europea aveva proposto il congelamento di 7,5 miliardi di euro di fondi UE destinati all’Ungheria per problemi legati alla corruzione e agli appalti pubblici, dopo aver attivato ad aprile il meccanismo di condizionalità sullo Stato di diritto contro l’Ungheria.
Per rispondere alle preoccupazioni espresse dalla Commissione nei negoziati, l’Ungheria ha presentato 17 misure correttive come la creazione di una task force anticorruzione e la modifica delle norme sugli appalti pubblici.
Entro il 19 dicembre il Consiglio prenderà una decisione a maggioranza qualificata, sulla base di una proposta della Commissione.
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