Stato di diritto, eurodeputati: “Attacco all’indipendenza del Commissario per i diritti umani della Polonia”.
Il 15 aprile 2021 il Tribunale costituzionale polacco ha dichiarato incostituzionale l’articolo 3, paragrafo 6, della legge sul Commissario per i diritti umani. Una disposizione coerente con le norme internazionali e simile alle disposizioni vigenti in varie giurisdizioni europee per i firmatari dell’interrogazione parlamentare indirizzata alla Commissione europea*, tale da garantire la protezione dei diritti umani e la parità di trattamento.
“Considerata la composizione illegittima del Tribunale costituzionale polacco – spiegano i proponenti – tale decisione può essere interpretata unicamente come un attacco politico contro l’indipendenza del Commissario, poiché viola il principio dello stato di diritto, i principi di Venezia e la raccomandazione (UE) 2018/951 della Commissione sulle norme riguardanti gli organismi per la parità”.
Una decisione che potrebbe produrre conseguenze negative sui diritti fondamentali di tutte le persone che vivono in Polonia, sulla quale è intervenuto il commissario Didier Reynders: “Il difensore civico polacco è un organismo indipendente che difende l’uguaglianza e i diritti fondamentali dei cittadini. Esso svolge un ruolo fondamentale nella promozione e nella tutela della parità di trattamento delle persone che vivono in Polonia nel suo ruolo di organismo designato per la parità ai sensi del diritto dell’UE. È importante che tale istituzione rimanga indipendente e possa svolgere il suo importante ruolo di salvaguardia dello Stato di diritto, come indicato nei capitoli per Paese relativi alla relazione sullo Stato di diritto del 2020 e del 2021 per la Polonia.
“Dopo cinque tentativi falliti, il 9 luglio 2021 il Sejm – il parlamento polacco – ha nominato un nuovo difensore civico, con il sostegno trasversale dei partiti. La nuova nomina è stata approvata dal Senato il 21 luglio 2021.
Le preoccupazioni generali della Commissione circa l’evoluzione dello Stato di diritto in Polonia – conclude il commissario – sono ben note e la Commissione continuerà ad affrontarle con i mezzi a sua disposizione”.
*Sylwia Spurek (Verts/ALE), Łukasz Kohut (S&D), Alice Kuhnke (Verts/ALE), Róża Thun und Hohenstein (PPE), Robert Biedroń (S&D), Anna Júlia Donáth (Renew), Maria Noichl (S&D), Aurore Lalucq (S&D), Monika Vana (Verts/ALE), Nikolaj Villumsen (The Left), Juan Fernando López Aguilar (S&D), Gwendoline Delbos-Corfield (Verts/ALE), Karen Melchior (Renew), Radka Maxová (S&D), Liesje Schreinemacher (Renew), Michal Šimečka (Renew), Katarina Barley (S&D), Fabienne Keller (Renew), Maria Walsh (PPE), Eva Kaili (S&D), Elżbieta Katarzyna Łukacijewska (PPE), Morten Petersen (Renew), Aušra Maldeikienė (PPE), Marek Belka (S&D), Pernille Weiss (PPE), Ramona Strugariu (Renew), Rosa D’Amato (Verts/ALE) e Tineke Strik (Verts/ALE).
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