Spreco alimentare, AMI: “Aumenta inquinamento”.

”Ogni goccia conta. Un mare di piccole azioni per dare forza al Pianeta”, è il titolo della nuova campagna 2024 della ‘Settimana Verde’ di Ambiente Mare Italia (AMI), che ha presentato il ‘Manuale sullo spreco alimentare’. 

“La goccia- spiegano da AMI- è l’azione, anche piccola, che ognuno di noi può fare in difesa del Pianeta. Nell’ambito del rapporto tra sostenibilità ambientale e nutrizione, le scelte alimentari di ognuno di noi possono incidere in maniera positiva o negativa sulla nostra salute e allo stesso tempo su quella dell’ambiente. Nello specifico, quando si acquista del cibo si effettua una reale scelta a favore della sostenibilità ambientale o contro l’equilibrio naturale dell’ambiente che ci circonda”. 

Tra le 130 iniziative di sensibilizzazione e intervento ambientale, organizzate in Italia durante la ‘Settimana Verde’, “AMI ha scelto di dedicare una giornata al tema dello spreco alimentare e alla presentazione di un dossier dedicato – ha dichiarato Alessandro Botti, presidente nazionale di Ambiente Mare Italia -. Evitare lo spreco significa utilizzare in maniera più sostenibile le risorse della nostra natura, proteggere la biodiversità, accrescere le risorse naturali, limitando l’inquinamento ambientale”. 

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In Europa, secondo fonti ufficiali, si attesta come lo spreco domestico sia pari a circa il 50% del totale delle eccedenze e perdite alimentari dell’intera filiera. In Italia, dalla fotografica scattata dal CREA, si evince come lo spreco alimentare sia generato per il 70% dal consumo domestico e da quello fuori casa, il 20% dalla distribuzione e vendita al dettaglio e il 10% dal comparto agricolo tra post raccolta e trasformazione. Nell’ultimo anno in Italia sono stati sprecati 524,1 grammi pro capite a settimana di cibo pari a circa 75 grammi di alimenti al giorno e a 27,328 chilogrammi all’anno di beni alimentari. Nella top list degli alimenti più sprecati ci sono: frutta fresca (24 grammi pro capite a settimana); insalata (17.6 grammi); cipolle, aglio e tuberi pari a 17,1 grammi pro capite a settimana; pane fresco (16,3 grammi); verdure (16 grammi).

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Secondo l’esempio dell’Osservatorio di Waste Watcher International quei 24 grammi di frutta fresca equivalgono a 5-6 mele gettate all’anno da ogni individuo e a circa 300-350 milioni di mele sprecate annualmente dalla popolazione italiana. “Attualmente assistiamo a veri paradossi del sistema agroalimentare – continua Ilaria Falconi, ricercatrice del CREA e responsabile per Ambiente Mare Italia dell’Area Terra, Suolo e Agricoltura sostenibile -. Produciamo cibo per 9 miliardi di persone ma, nonostante la popolazione mondiale sia di circa 7 miliardi, ci sono 828 milioni di persone che soffrono per fame, 2,3 miliardi di persone vivono in condizioni di moderata o grave insicurezza alimentare e 3,1 milioni di individui, a livello globale, non hanno accesso ad una dieta sana. Tali valori raffigurano l’esistenza di una consistente differenza fra la reale potenzialità produttiva del sistema agroalimentare globale e l’effettiva quantità di alimenti che vengono consumati dalla totalità della popolazione. Tale differenza è rappresentata dalle perdite e dallo spreco alimentare che si verificano lungo tutte le fasi della filiera”. 

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Le regole da seguire, elencate nel manuale di AMI, per ridurre lo spreco alimentare, soprattutto in ambito domestico sono: acquistare poco, ma di frequente, consumando sempre prodotti freschi; prediligere i prodotti a filiera corta e/o Km zero, facendo sempre attenzione alla stagionalità dei prodotti; congelare i prodotti (pane e carne) che non vengono consumati nel breve termine; posizionare i nuovi acquisti sul fondo al fine di organizzare il frigo e la dispensa per scadenza dei prodotti; predisporre la lista della spesa basata su menu settimanale, al fine di fare acquisti oculati in base alle proprie esigenze e non dettati dal senso di fame, dal desiderio o dall’offerta; scegliere le dosi di prodotto da utilizzare/cucinare valutando attentamente le quantità necessarie; controllare la scadenza dei prodotti acquistati; riutilizzare gli avanzi, riducendo lo scarto di prodotti vegetali e animali.