Sovraffollamento e suicidi nelle carceri italiane. Tassi in aumento.

Sono ben 69 i suicidi registrati nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno. L’ultimo, avvenuto a Imperia, ha evidenziato, se mai ce ne fosse bisogno, la crisi persistente del sistema carcerario italiano, caratterizzato da condizioni inadeguate e sovraffollamento, contravvenendo agli standard stabiliti dalle norme del Consiglio d’Europa e dalla raccomandazione della Commissione europea sui diritti procedurali e le condizioni di detenzione.

Una condizione di fatto peggiorata, secondo l’eurodeputato Giuseppe Antoci del gruppo “La Sinistra”, dall’inazione del Ministero dela Giustizia, poco interessato a costruire nuovi penitenziari, come suggerirebbe la proposta, rimasta inascoltata, del comune di Mistretta (ME) di donare un terreno per la costruzione di un nuovo istituto penitenziario.

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“Niente nuove carceri nel futuro prossimo, ma nella relazione del Ministero sull’amministrazione della giustizia relativa all’anno 2023, si parla invece della realizzazione di nuovi padiglioni, per lo più legati al PNRR e in ritardo rispetto a quanto previsto dal piano stesso”.

Da qui la richiesta alla Commissione per sapere se l’Italia sta rispettando le raccomandazioni Ue sulle condizioni dei detenuti e per contrastare eventi tragici come i suicidi.

Difficile, anche stavolta, ricevere una risposta esaustiva dall’Esecutivo europeo, dato il ricorrente “limite di competenza” della Commissione europea, come ricordato dal commmissario, Didier Reynders che ha rimarcato che le “condizioni di detenzione sono principalmente di competenza degli Stati membri. L’8 dicembre 2022 – prosegue – la Commissione europea ha adottato una raccomandazione sui diritti procedurali di indagati e imputati sottoposti a custodia cautelare e sulle condizioni materiali di detenzione”. Norme, però, giuridicamente vincolanti per gli Stati membri. Si potrà soltanto, sulla base della valutazione della Commissione sull’adozione o meno di tali norme dai parte degli Stati nazionali dell’UE, redarre una relazione. Nulla di più.

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