SOTEU 2022: la Commissione pubblica i risultati sulla gioventù.

In vista del discorso della Presidente von der Leyen sullo stato dell’Unione, che si terrà a Strasburgo il 14 settembre 2022, la Commissione europea ha pubblicato una panoramica del suo lavoro e dei risultati ottenuti nel corso dell’anno.

La pubblicazione mette in evidenza, per ampi versi seguendo una narrazione autocelebrativa, gli sforzi della Commissione per rafforzare la resilienza dell’UE attraverso il piano di ripresa NextGenerationEU e attraverso RePowerEU, per rendere le economie europee, dovendo citare il sempre più stanchevole refreian, “più verdi, più eque e più digitali” e in grado di resistere alle crisi economiche, sociali e sanitarie.

Autoreferenzialità particolarmente evidente con riferimento ai risultati ottenuti per i giovani nell’Anno europeo della Gioventù 2022, proposto lo scorso settembre 2021 dalla Presidente von der Leyen. Annualità dove l’inclusione per i/le giovani europei/e non è di certo migliorata rispetto agli anni precedenti, e che ha registrato iniziative sporadiche quanto scarsamente impattanti per sostenere la centralità dei giovani europei e delle rispettive richieste. Un dato di fatto facilmente riscontrabile a partire dalla mancata introduzione del principio della programmazione partecipata nel campo degli interventi per la gioventù, come dimostrato, giusto per citare un esempio italiano, dalla modalità operativa adottata per lo stanziamento delle risorse del Fondo Nazionale delle Politiche giovanili. Assenza di una nuova sensibilità individuabile anche leggendo le diverse risposte degli esponenti della Commissione von der Leyen registrate in numerosi interventi parlamentari. Alcuni dei quali sollevati anche dalla nostra redazione di Sardegnagol, attraverso i canali “di partecipazione” messi a disposizione dalle istituzioni europee.

LEGGI ANCHE:  Diritto alla casa, dal 2016 affitti +10%.

Ma per la Commissione europea l’Anno europea della Gioventù “sta portando risultati impressionanti”. Certo come no!

Una vera e propria autocelebrazione (tanto chi controbatte) secondo l’Esecutivo von der Leyen motivata dal “coinvolgimento di 27 Stati membri, 6 Paesi terzi, 30 DG della Commissione europea e 120 organizzazioni”, da “90 iniziative faro della Commissione dedicate ai giovani” (quali) e “migliaia di eventi realizzati negli Stati membri” (con quali risultati volendo andare oltre il dato quantitativo?).

Si festeggia ancora per i risultati della campagna di sensbilizzazione sui social media, i cui post sono stati visualizzati 240 milioni di volte, raggiungendo l’80% degli europei di età compresa tra i 18 e 25 anni”. E quindi? Cosa ha portato questa ingente campagna social? Quali sono i risultati ottenuti? Possibile per l’UE andare oltre il dato quantitativo per giustificare la bontà delle proprie azioni nel settore della gioventù? Sembrerebbe di no leggendo il report dei risultati della Commissione.

LEGGI ANCHE:  Diritti dei bambini, Gonzàlez: "Ampliare campo d'applicazione della strategia UE".

Fischioni, ricchi premi e cotillon, anche per la “nuova iniziativa ALMA” lanciata dalla Commissione nel 2022 “per aiutare i giovani più vulnerabili o svantaggiati ad accedere al mercato del lavoro”. Tradotto, un doppione del programma Erasmus per Giovani imprenditori, presente in Europa da diversi anni. Ma è pur sempre tempo di celebrazioni nonché di ricerca di elementi giustificativi per gli scarsi risultati ottenuti nel corso dell’anno per i giovani.

Una storia di insuccessi ricordata anche dal sostegno al programma Garanzia Giovani, lanciato nel 2020 per, si legge nel report della Commissione, “garantire che tutti i giovani di età inferiore ai 30 anni ricevano un’offerta di lavoro di buona qualità, un’istruzione continua, un apprendistato o un tirocinio entro 4 mesi dalla di disoccupazione o di abbandono degli studi”. Inutile controreplicare, alla luce dei dati per i giovani, leggendo il successivo periodo del report, secondo il quale “Garanzia per i giovani ha avuto successo in molti Stati membri dell’UE per assicurare che nessun giovane cittadino sia lasciato indietro”. Se non è autoreferenzialità questa…

Un moto perpetuo inarrestabile come ricorda anche il punto sulla partecipazione democratica dei giovani: “Per dare ai giovani la possibilità di far sentire la propria voce nella politica dell’UE, per tutto il 2022 la Commissione ha coordinato una serie di attività in stretto contatto con il Parlamento europeo, gli Stati membri, le autorità autorità regionali e locali, le organizzazioni giovanili e i giovani europei direttamente. Un terzo dei dei panel di cittadini della Conferenza sul futuro dell’Europa dell’Europa era composto da giovani (di età 16-25 anni)”. Iniziativa, la Conferenza, a più riprese definita fallimentare e dallo scarso seguito che, con riferimento alla questione giovanile, ha visto la formulazione di proposte di scarso impatto.

LEGGI ANCHE:  Partecipazione della Svizzera al programma Erasmus+, Brando Benifei: "Adesione non coerente con accordi UE-Svizzera in vigore".

foto Parlamento europeo