“Sostegno militare”: il doppio standard dell’Ue nei confronti dell’Ucraina e Cipro.
L’Unione Europea, come ricordato nitidamente dall’eurodeputato del PPE, Loucas Fourlas, ha reagito in modo forte e immediato all’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia, imponendo sanzioni severe, fornendo assistenza militare e umanitaria e sostenendo l’integrità territoriale del Paese.
Tuttavia, questa stessa determinazione e solidarietà non è stata vista con la Repubblica di Cipro, uno Stato membro dell’Unione Europea, una parte della quale risulta essere occupata illegalmente dalla Turchia da 50 anni. L’UE, come la storia ricorda, non ha imposto infatti sanzioni corrispondenti alla Turchia, né ha esercitato la stessa pressione politica per porre fine all’occupazione.
“Come giustifica la Commissione il doppio standard nel suo approccio alla situazione nei due Paesi?”, chiede Fourlas alla Commissione Ue. A rispondere è stato l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, per il quale “l’’UE ha un interesse strategico nel Mediterraneo orientale e ha invitato la Turchia a rispettare pienamente il diritto internazionale, a ridurre le tensioni nell’interesse della stabilità regionale nel Mediterraneo orientale e a promuovere relazioni di buon vicinato”.
I risultati si vedono, come ricorda l’occupazione del nord di Cipro, ma per Borrell “l’Ue è pienamente impegnata a raggiungere una soluzione globale al problema di Cipro, nel quadro delle Nazioni Unite (ONU), conformemente alle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e in linea con i principi su cui si fonda l’UE e con l’acquis dell’Ue. La Turchia – prosegue – deve normalizzare le sue relazioni con la Repubblica di Cipro e rispettare la sovranità e l’integrità territoriale di tutti gli Stati membri dell’Ue”.
Spazio poi, nella risposta di Borrell, al solito “gioco delle competenze”: “Le decisioni riguardanti misure restrittive nei confronti di società e individui in un Paese terzo sono rigorosamente una prerogativa del Consiglio dell’UE e, in quanto tali, vengono prese esclusivamente, all’unanimità, dagli Stati membri in seno al Consiglio. Attualmente, vi sono misure restrittive in vista delle attività di trivellazione non autorizzate della Turchia nel Mediterraneo orientale”.
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